PALERMO – Una Spa per i porti. È l’idea che, in tema di riforma dei porti, “piace molto” al presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale Pasqualino Monti.
“Io sono per creare uno strumento centrale di governo dei processi che semplifichi le procedure amministrative delle singole Autorità – dice parlando coi giornalisti a margine del convegno ‘Noi, il Mediterraneo’ a Palermo – un numero di Autorità magari leggermente più esiguo o magari lo stesso di quelle che già esistono ma con un livello di burocrazia decisamente inferiore e con la possibilità di sviluppare business”.
“I porti – aggiunge – sono un asset industriale che muove quasi il 5% del Pil, non possono essere trattati come carrozzoni pubblici o enti pubblici, devono potersi muovere con facilità e rapidità perché il mercato non ti aspetta. Se pensi di poter conquistare quote di mercato rispetto alla Spagna, alla Francia o alla Grecia, dove i cinesi sono entrati a gamba tesa e sono molto presenti, facendo aspettare per un investimento uno, due, tre anni, è chiaro che perdi volumi. Oggi ci misureremo su questo e poi speriamo che a breve il governo faccia i suoi passi”.
“Il cantiere della riforma portuale è aperto e ben presente nell’agenda politica, e da Palermo parte lo sprint finale per dare un nuovo e più efficiente e competitivo governo ai porti italiani. In un Paese con un quarto del pil prodotto dal mare, sul mare o in diretta connessione con il mare che però solo in tempi recentissimi sembra averlo riscoperto come chiave di lettura e asset principale non solo dei complessi equilibri geopolitici nel Mediterraneo ma anche dell’intera economia, del turismo, dell’industria, del commercio internazionale”. Così Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, alla vigilia della quinta edizione di ‘Noi, il mediterraneo’, in programma domani al Marina Convention Center, alla presenza fra gli altri del viceministro delle Infrastrutture dei Trasporti Edoardo Rixi.
“Oggi la ragione politica guarda ai mari e alla possibilità di comunicare attraverso essi perché è su questa capacità che si basa la pace mondiale”. Così Paolo Mieli, editorialista del Corriere della Sera parlando con i giornalisti, a Palermo, a margine del convegno ‘Noi, il Mediterraneo’ organizzato dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale.
“La crisi in Israele è una crisi che cambia tutti gli scenari. Una crisi aperta che potrebbe allargarsi e quindi intrecciarsi con le altre crisi che abbiamo nel Mediterraneo, come quella dei migranti. Può diventare una crisi complicata la cui conseguenza peggiore sarebbe la chiusura del canale di Suez. Ma sono abbastanza ottimista perché quando le situazioni sono così esplosive è più facile arrivare la pace mentre quando sono lente e non osservate dal mondo possono durare anni”.
Il grande incontro è stato moderato da Nicola Porro e Luca Telese. Tra gli ospiti anche il presidente dell’AdSP del Tirreno Centro Settentrionale Pino Musolino.