Un racconto che fa molto “rumore” tra lo stupore dei presenti
VITERBO – In consiglio comunale, si è parlato di violenza sulle donne, soprattutto dopo quanto accaduto a Giulia Cecchettin.
“Amore come a-mors cioè senza morte, immortale. Esattamente il contrario di ciò che accade in suo nome”. dichiara la consigliera Giliberto.
A farle eco la consigliera De Alexandris: “Siamo tutte Giulia. Facciamo rumore per onorare le tante donne uccise, ma soprattutto non ignoriamo i segnali che arrivano, sforziamoci di capire chi abbiamo accanto”.
“Il rumore dobbiamo farlo dentro noi stessi – prosegue il consigliere Micci – cambiando il modo di pensare. Dal diritto al voto alla loro tutela legislativa sulle violenze, è andato tutto a rilento per le donne. Ora si cambia passo”.
Poi il momento della consigliera Alessandra Croci, non un intervento, ma una testimonianza, la sua, personale, intima e dura come un macigno. Il suo incubo.
“Oggi è arrivato il mio momento. Era una sera, ero incinta e dormivo su un lato del letto, il mio ex marito è tornato a casa ubriaco, mi ha dato una grande botta sui reni e sono caduta dal letto. Poi mi ha preso per i capelli e mi ha fatto passare una notte da incubo. E non è stata l’unica volta”.
Nella sala consigliare cala il gelo.
“Mi faceva sentire una nullità, sia come insegnante, pur avendo io due lauree, che come donna, sbattendo la cena in terra quando non andava bene“.
“Dite tutte che cadete dalle scale, mi dicevano quando andavo all’ospedale. Fino a quando ho incontrato un medico che mi ha aiutato a tirare fuori quello che avevo dentro. Quel medico non lo dimenticherò mai, da qui l’importanza dell’ascolto delle persone che abbiamo di fronte, spesso piccoli segnali nascondono grandi verità”.
“Non è più facile andare avanti ora…” conclude il consigliere Moricoli. Il presidente Marco Ciorba sospende la seduta.