TARQUINIA – Presso l’ospedale di Tarquinia, nei giorni scorsi è stato eseguito un intervento di resezione laparoscopica del sigma e colostomia terminale temporanea (resezione del colon secondo Hartmann) su un paziente di 52 anni, con diagnosi di diverticolite perforata e complicata da peritonite suppurativa.
L’intervento mininvasivo, effettuato da Pietro Amodio e dall’équipe dell’unità operativa di Chirurgia generale, è considerato come procedura laparoscopica avanzata, ossia a maggior complessità, e introduce un importante elemento di innovazione, sotto il profilo delle procedure chirurgiche che possono essere realizzate presso l’ospedale tarquiniese.
“Considerando la giovane età del paziente e la serietà della patologia – spiega Amodio, a cui la Direzione strategica della Asl di Viterbo, da circa una settimana, ha assegnato le funzioni di responsabile dell’unità operativa di Chirurgia generale e week surgery di Tarquinia –, abbiamo valutato l’opportunità di utilizzare una procedura mininvasiva che, rispetto alla tradizionale, garantisce un approccio più conservativo e una ripresa post operatoria più facile e meno traumatica. Durante l’intervento, infatti, sono stati utilizzati due accessi da 10 mm e due da 5 mm, mentre un accesso da 5 mm è stato utilizzato per confezionare la stomia”.
Già solo riportando l’entità delle piccole incisioni eseguite, è possibile percepire alcuni dei vantaggi, chiaramente non solo estetici, di cui il paziente può beneficiare, se operato in laparoscopia.
“Qui a Tarquinia – conclude Pietro Amodio – ho da subito ricevuto, da parte dei colleghi e di tutti i professionisti sanitari che operano in ospedale, la più ampia disponibilità a impegnarsi per garantire un buon livello, sia qualitativo che quantitativo, dell’offerta chirurgica, principalmente per i cittadini assistiti che fanno riferimento al comprensorio del litorale. Penso che ci siano ampi margini di crescita. Tutti insieme lavoreremo per il loro raggiungimento”.