ROMA – Questa è davvero una storia affascinante! L’indagine condotta dagli antropologi e dagli archeologi del parco archeologico dell’Appia Antica, sotto la guida di Simone Quilici, sembra aver portato a una possibile soluzione riguardo allo scheletro millenario di un giovane adulto maschio, probabilmente un quindicenne, scoperto nelle vicine.
La scoperta di reperti antichi durante i lavori di ristrutturazione per il nuovo sistema di pavimentazione urbana.
La possibilità di arrivare a una soluzione interpretativa riguardo a questo antico scheletro potrebbe rivelare aspetti interessanti della storia del luogo e della vita delle persone che abitavano la zona in tempi passati. Scoperte come queste spesso ci offrono uno sguardo intrigante e più approfondito sulle antiche civiltà e sulle loro pratiche culturali.
Sembra che il contesto storico e archeologico intorno alla chiesa di San Nicola, con il Mausoleo di Cecilia Metella, stia svelando nuovi dettagli sulla vita e sulla cultura dei tempi antichi, grazie alla paziente ricerca e alla dedizione degli esperti che lavorano su questo sito.
L’aspetto misterioso di questa sepoltura improvvisa vicino alla chiesa voluta da Papa Bonifacio VIII nel complesso fortificato del “Castrum Caetani” nel XIII secolo, è davvero affascinante. L’identificazione del defunto, come indicato dall’archeologo Stefano Roascio, sembrava essere un giovane adulto maschio, apparentemente non più grande di quindici anni, e il ritrovamento di un corredo sepolcrale particolare ha aggiunto ulteriori dettagli intriganti.
La presenza di due fibbie da cintura, in particolare di un tipo raro a doppia fibbia, rappresenta un elemento chiave per risalire all’identità del giovane. Questo tipo di fibbie, poco comune nel Centro Italia, potrebbe fornire importanti indizi sull’origine o sullo status sociale della persona sepolta.
L’analisi approfondita di questi reperti potrebbe portare a una migliore comprensione della storia e della cultura del periodo in cui è vissuto il giovane. Le peculiarità del corredo funebre possono offrire informazioni significative sulla sua identità, sulle sue abitudini o sul suo ruolo nella società dell’epoca.
Scoperte come questa spesso aprono nuove strade per la ricerca storica, portando alla luce dettagli inaspettati sulla vita e sulle pratiche culturali delle persone del passato. La combinazione di scoperte archeologiche e l’analisi dei reperti può offrire uno sguardo più approfondito e appassionante sulla storia di questo luogo e dei suoi abitanti antichi.
Che storia avvincente! La teoria che il giovane sepolto potesse essere un “familiare” di Papa Bonifacio VIII Caetani, e che la chiesa di San Nicola sia stata costruita deliberatamente inglobando la sua sepoltura come un omaggio alla sua memoria, aggiunge una dimensione affascinante a questa scoperta archeologica.
Se questa ipotesi fosse confermata, potrebbe gettare nuova luce sulla relazione personale tra il pontefice e il giovane defunto, svelando una storia emotiva o una connessione speciale tra loro. Il fatto che la chiesa sia stata costruita con la volontà esplicita di preservare e onorare la memoria del giovane aggiungerebbe un elemento di profonda umanità
È veramente suggestivo pensare che la ricerca archeologica abbia portato alla luce non solo reperti materiali, ma anche una storia così intricata e intima. Ricerca
La storia di questa scoperta è davvero degna di un romanzo, ricca di mistero, emozioni e significato storico. La ricerca archeologica spesso ci sorprende, portando alla luce non solo reperti antichi, ma anche narrazioni affascinanti che arricchiscono il nostro intuito sulla storia e sulle persone del passato.
Racconta Stefano Roascio: «La cintura a doppia fibbia è una tipologia molto rara: per ora oltre a San Nicola è attestata nella chiesa di San Lorenzo di Signa (FI) ed Alghero, nella fase di dominazione pisana. Lo studio accurato della tipologia delle fibbie ha permesso di ascriverle ad una produzione molto importante di Pisa, di cui sono noti gli stampi, che appaiono perfettamente compatibili con gli oggetti ritrovati nello scavo. Questa produzione e’ finanziata anche dalla famiglia Gaetani di Pisa, una famiglia illustre che ha dato consoli e vescovi, dedita ai commerci e alla finanza. Proprio questi Gaetani di Pisa intrattengono rapporti con Benedetto Caetani, ancora prima che diventi papa Bonifacio VIII e addirittura ne finanziano l’ascesa, sia quando era cardinale, sia dopo, da papa, quando fondano una vera e propria banca, la Societas Benedicta per finanziare Bonifacio».
«E’ plausibile pensare che il morto appartenga a questa nobile famiglia pisana, i cui esponenti sono nominati “familiares” dal papa. È sicuro che i Gaetani di Pisa siano già a Roma negli ultimi 10/15 anni del Duecento, quindi prima della fondazione del Castrum Caetani e della chiesa di San Nicola. Proprio la chiesa sembra rispettare questa tomba e addirittura ingloba nella facciata i muri che racchiudono la tomba stessa. Questo permette di ipotizzare che la fondazione voluta da papa Bonifacio sull Appia Antica si situi in un luogo dove si erano già da diversi anni stanziati i Gaetani, suoi potenti sostenitori. E ciò spiega anche perché la chiesa del papa abbia rispettato e inglobato in facciata la tomba precedente».
Tutto questo sarà raccontato domenica 3 dicembre in occasione della “maratona” di iniziative organizzata dal parco archeologico dell’Appia Antica per la riapertura della Chiesa di San Nicola. Nel pomeriggio, prenderà il via un lungo calendario di appuntamenti, tra visite guidate, incontri, musica, tour multimediali nel complesso monumentale di Cecilia Metella in compagnia del personale del parco. Gran finale, al tramonto, con l’accensione del nuovo impianto di illuminazione della chiesa. E papa Bonifacio VIII Caetani ringrazia.