“Manifestazione 2 dicembre: importante per dare voce ai cittadini e trovare soluzioni per le gestione dei rifiuti”
ROMA – Facendo scelte coraggiose, innovative e sostenibili, Roma potrebbe concorrere a diventare Capitale europea per una gestione dei rifiuti virtuosa e sostenibile, dichiara Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale Rivoluzione Ecologista Animalista- REA.
Eppure, la Giunta Gualtieri continua a sostenere strade obsolete come l’inceneritore di Santa Palomba da attivare tra l’altro, in una delle aree con più alta densità demografica del Lazio, escludendo Roma, nel triangolo tra Pomezia, Ardea e Albano. Un’area a destinazione industriale, a pochi chilometri dalla discarica di Albano, in prossimità del Centro logistico Amazon e del litorale.
Vi sono due fattori preoccupanti. Il primo, come denunciato da Amadio Malizia, presidente dell’associazione Salute Ambiente Albano, è che in alcuni studi sanitari commissionati dalla Regione nell’ambito del progetto Eras Lazio (Epidemiologia, Rifiuti, Ambiente, Salute) sulla salute dei cittadini nel raggio di 5 km in linea d’aria dalla discarica di Albano che in questa zona i residenti muoiono, si ammalano e si ricoverano molto più che altrove”. Per cui l’amministrazione non ha neanche valutato o indagato questi elementi.
L’altro, non di meno – ricorda la Caramanica – è che l’inceneritore che sarà realizzato a Roma, è dello stesso modello di quelli realizzati a Copenhagen e Torino.
L’impianto dovrebbe funzionare h-24 ad altissima temperatura. Secondo quanto emerso – come fatto notare da Malizia– è stato rilevato dai due impianti pre-esistenti che quel tipo di combustione dei rifiuti produce “residuo chimico-fisico grosse quantità di sostanze cancerogene che finiscono nei fumi in uscita dall’impianto e che contengono diossine, furani, metalli pesanti e numerose altre sostanze nocive per salute e ambiente”.
Oggi giorno sono numerose le opportunità per creare un sistema di gestione dei rifiuti innovativo. Partendo da quelle che sono le realtà locali e quindi favorendo un’economia prettamente circolare. Pare ovvio che l’amministrazione è priva di idee e palesamente in ritardo con la tabella di marcia.
Qui, non si tratta più di parlare di raccolta differenziata ma di avviare un circuito di recupero della materia, con impianti di trattamento biologico, come impianti di compostaggio dai quali creare anche la produzione di energia e calore, già attivi in numerosi comuni italiani.
Soluzioni meno invasive, rispettose dell’ambiente andando incontro alle necessità e alla salute dei cittadini e dell’ambiente, conclude Caramanica.