In azienda arriva la settimana corta, per alcuni turnisti saranno 31 giorni di lavoro in meno all’anno. Aumenta il premio di produzione
BOLOGNA – Lavorare meno, guadagnare di più. A Sant’Agata Bolognese, nello stabilimento della Lamborghini si fa “la storia”.
Questa notte, infatti, è stato sottoscritto l’accordo per il contratto integrativo aziendale che prevede una consistente riduzione dell’orario di lavoro, con la settimana corta che arriva in gran parte dei reparti di produzione a fronte di un aumento di stipendio e il premio di produzione che arriva a 4.000 euro all’anno. In Lamborghini, che in questi anni ha bruciati un record dopo l’altro di vendite e fatturato, insomma, i benefici non sono solo per gli azionisti.
“L’intesa è storica perché vede per la prima volta un’industria dell’automotive in Europa raggiungere una consistente riduzione dell’orario di lavoro, non con una diminuzione del salario ma con una sua maggiorazione. Lavorare meno e lavorare meglio, questo è il principio che ha guidato questa trattativa, e che si pone all’interno di un ragionamento più complessivo“, spiegano Fiom-Cgil e Fim-Cisl assieme alle rsu aziendali che stanotte hanno firmato l’intesa con la casa automobilistica. “In un momento dove si attacca il potere di acquisto di chi lavora, mentre non vengono toccati i grandi patrimoni e gli extraprofitti, la trattativa in Lamborghini pone alcuni punti cardine: ridurre l’orario, alzare il salario, tutelare chi lavora in condizioni peggiori e dare sempre più strumenti per il contrasto alla violenza di genere”, esultano i sindacati.
L’accordo arriva dopo un anno di trattative e nei prossimi giorni l’ipotesi sarà presentata alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’azienda e sarà sottoposto al referendum confermativo. La riduzione dell’orario di lavoro prevede l’alternarsi di una settimana da cinque giorni e una da quattro per il personale di produzione o collegato alla produzione che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale. I lavoratori, dunque, faranno 22 giorni in meno all’anno. I dipendenti che lavorano su tre turni (mattina, pomeriggio e notte) avranno una settimana da cinque giorni e due da quattro per una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro all’anno. Sedici giorni in meno all’anno per il personale operaio non collegato alla produzione, mentre saranno 12 giornate in meno per il personale impiegatizio che potrà, però, usufruire fino a 12 giorni al mese di smart-working.
Tutto questo a fronte di un aumento sostanziale del premio di continuità di risultato annuale, che passerà dai 332 euro del 2022 a 2.200 euro nel 2026 (con un aumento a 1.000 euro nel 2023, 1.400 nel 2024 e 1.800 nel 2025). Il nuovo premio di risultato sarà di 4.000 euro. In aggiunta è previsto un aumento di varie indennità legate alla produzione e per la valorizzazione delle competenze dei dipendenti. La quota totale che verrà erogata annualmente ai dipendenti Lamborghini, in aggiunta al salario previsto dal contratto nazionale, salirà così da 13.500 euro a circa 16.000 euro (di cui 4.000 variabili e 12.000 certi). Con la busta paga di novembre 2023 (pagata l’11 dicembre) verrà erogato inoltre un premio straordinario, legato al sessantesimo anniversario dell’azienda di 1.063 euro.
Ma non ci sono solo soldi per i dipendenti nel nuovo accordo. “Un’altra importante vittoria è l’impegno dell’azienda per un concreto miglioramento delle condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto. Questo si articolerà tramite la il contrasto ai contratti pirata e incentivando accordi integrativi di secondo livello all’interno della comunità del sito produttivi”, spiegano Fiom e Fim. Infine, la trattativa ha portato all’introduzione di vari strumenti per il sostegno alla genitorialità e per il contrasto alla violenza di genere. Per quanto riguarda il primo, verranno creati dei permessi retribuiti in caso di adozione e affido di un bambino e per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che un aumento del 10% del contributo aziendale per il congedo parentale, che arriva così all’80% della retribuzione. Per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, viene resa obbligatoria la formazione, in collaborazione con le associazioni che operano nel territorio sul tema e viene costituito un gruppo di lavoro sull’”innovazione sociale” con l’obiettivo di conquistare nuovi diritti civici.