Ad aprile la sentenza dopo che il giudice non ha accolto i testimoni proposti dal presidente Mario Trapè
MONTEFIASCONE – La Cantina Sociale di Montefiascone, che non naviga certo nell’oro, potrebbe trovarsi costretta a mettere mani al portafogli per risarcire (svariate decine di migliaia di euro) una lavoratrice ingiustamente licenziata.
Si tratta di un risarcimento record ancora da quantificare. Un anno e mezzo di stipendi non retribuiti. Adeguamento contrattuale da agricoltore ad impiegato, Tfr oltre alla riassunzione della donna con strascichi pesanti non solo economici ma anche giudiziari.
I fatti
La donna aveva iniziato a lavorare per la Cantina Sociale di Montefiascone ad aprile del 2020 con un contratto a tempo determinato di otto mesi.
Al di là delle anomalie riportate sul contratto e le irregolarità di deposito, la signora veniva inquadrata come operaio agricolo.
In realtà di agricolo ha fatto ben poco in quanto si è sempre occupata della gestione di un punto di accoglienza clienti con annesso bar che si trova al difuori del perimetro della Cantina sociale di Montefiascone e difronte al Cimitero monumentale della città.
La Cantina sociale, per mezzo del presidente e direttore Mario Trapè, ha successivamente effettuato proroghe su proroghe sforando anche i due anni di legge che prevedono il cambio di contratto da determinato a indeterminato.
Poi qualcosa si è interrotto nel rapporto tra l’operaia agricola barista e il direttore della cantina sociale che ha licenzia la donna mentre era sotto copertura di una certificazione medica comunicata come prevede la legge.
A seguito del licenziamento la donna si è rivolta allo studio legale dell’avvocato Massimo Pistilli, uno dei migliori in campo di vertenze di lavoro, ed è iniziato un processo civile che vedrà la sua conclusione ad aprile del prossimo anno.
La cosa che il consiglio d’amministrazione della Cantina Sociale probabilmente non conosce è che il giudice del lavoro non ha accolto alcuna tesi difensiva presentata dal presidente-direttore Mario Trapè impedendogli l’audizioni di quei testimoni che lo stesso aveva indicato a suo favore.
Il giudice del lavoro ha rinviato l’udienza ad aprile quando l’avvocato della donna avrà finito di predisporre il conteggio del danno causa dall’ingiusto licenziamento. Si parla di almeno 18 mensilità arretrate con annessi contributi e Tfr. Non solo. Alla fine della storia, con tutta probabilità, la Cantina Sociale di Montefiascone sarà costretta a riassume la donna ma con un contratto migliorativo rispetto a quello avuto in precedenza.
Per quale ragione la Cantina Sociale e il suo consiglio d’amministrazione non hanno ritenuto di dover arrivare ad un accordo bonario evitando ai soci un salasso di così grandi proporzioni?
Possibile mai che nel 2023 la Cantina Sociale di Montefiascone continui ad essere amministrata in questo modo con consiglieri d’amministrazione (yes men) che puntano al cesto natalizio lasciando i “pacchi” ai soci?
Mario Trapé sicuramente saprà spiegare la vicenda ai suoi consiglieri che però dovranno a loro volta spiegare ai soci di prepararsi a sborsare diverse decine di migliaia di euro che potevano essere risparmiati per un “capriccio” e l’ostinazione del loro presidente-direttore.
Come diceva il grande Totò: “E io pago”.