VITERBO – Il procuratore di Viterbo, Paolo Auriemma, e la pm Eliana Dolce sono stati prosciolti con formula piena (“perchè il fatto non sussiste”) dall’accusa di ‘rifiuto o omissione d’atti d’ufficiò che era stata formulata dalla Procura di Perugia su ordine del gip, dopo un’iniziale richiesta di archiviazione. La sentenza è stata pronunciata dal gup di Perugia. La Procura, nel corso dell’udienza preliminare, aveva chiesto il non luogo a procedere nei confronti dei due pm. I due magistrati, difesi dall’avvocato Filippo Dinacci, erano accusati di non aver indagato in maniera approfondita sui fatti riportati dal Garante dei detenuti del Lazio in un esposto del 2018.
Specificamente, di non aver iscritto a registro le notizie di reato che – secondo l’iniziale ipotesi accusatoria – sarebbero invece emerse dall’esposto depositato l’8 giugno del 2018 e che conteneva dichiarazioni di detenuti che affermavano di aver subìto violenze in carcere, tra cui Hassan Sharaf, il ventunenne egiziano trovato impiccato nella sua cella d’isolamento. Il procedimento – riporta il capo d’imputazione che era stato formulato su ordine del gip umbro – venne iscritto dalla procura di Viterbo l’11 agosto del 2018 “nel registro modello 45 (fatti non costituenti notizia di reato) nonostante dallo stesso emergessero specifiche notizie di reato”.