Esposti e denunce da parte di chi si vedrà portare via le tombe di famiglia
MONTEFIASCONE – Come al solito la “faciloneria” di questa amministrazione è sorprendente.
Invece di allargare il cimitero, al momento, si è deciso di revocare le concessioni a quelle tombe ritenute “abbandonate”.
Il problema potrebbe essere procedurale ma con risvolti di natura penale ma che non preoccupano più di tanto questa amministrazione visto che, come nel caso della demolizione dei capannoni abusivi dell’ex sindaco, della legge e delle procedure se ne fregano altamente.
Proprio relativamente alla revoca delle concessioni cimiteriali le procedure sono state, secondo chi di questa materia a sicuramente esperienza, sbagliate alla radice e sono sfociate in atti amministrativi palesemente illegittimi e obiettivamente abnormi.
La materia è molto complicata e la revoca della concessione dello ius sepulcri non è tanto semplice. Proprio per queste ragione da un’amministrazione che ha a cuore la sorte dei concittadini defunti, ci si aspetterebbe un po’ più di attenzione quando si tratta di materie così delicate.
L’inciampo principale è stato quello di non approfondire la fattispecie giuridica delle concessioni che si intendevano revocare (loculi, tombe, cappelle, fornetti). Infatti la concessione si configura come atto amministrativo non generale, cioè avente contenuto e destinatari determinati e non astratti (come nel caso dei morti a cui non si è risaliti a parenti o eredi).
Visto che la revoca di una concessione cimiteriale non rientra nella categoria degli atti amministrativi generali, trattandosi di provvedimento avente destinatari determinati (che altro non sono che i titolari delle concessioni), il Comune non avrebbe dovuto limitarsi a fare pubblicazioni ma avrebbe dovuto svolgere delle ricerche anagrafiche degli aventi diritto e notificare agli interessati il provvedimento di avvio del procedimento.
Pensate che l’amministrazione comunale e la solerte e sempre presente segretaria comunale lo abbiano fatto?
Ma neanche per idea!
Con la solita non curanza e in palese violazione degli articoli 7, 8 e 21 bis della legge sul procedimento amministrativo, l’amministrazione PD – 5 Stelle si è limitata a pubblicare avvisi sul sito e attaccare fogli e cartelli sulle tombe e all’ingresso del cimitero.
Così facendo la procedura è stata viziata dall’inizio e ha partorito un provvedimento a firma della sindaca che ha dell’incredibile, pubblicato sul sito con tanto di elenco di nomi per esteso degli 84 defunti che perderanno la loro casa eterna.
Intanto il procedimento è stato avviato dalla responsabile dell’ufficio tecnico e, come si sa, lo stesso dirigente che avvia il procedimento deve anche fare il provvedimento conclusivo, quindi non si capisce perché invece la sindaca è entrata a gamba tesa con una propria ordinanza. Inoltre il contenuto stesso dell’ordinanza 141 del 10.11.2023 è tutta sbagliata.
In sostanza si dice che non ci sono tombe sufficienti quindi espropriamo quelle in stato di abbandono.
La giurisprudenza amministrativa prevede espressamente che il sindaco non possa neanche emanare ordinanze contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 54 TUEL per far fronte ai “posti salma” del civico cimitero.
Resta fermo che Il provvedimento deve essere comunicato al concessionario o, qualora non fosse possibile l’individuazione del concessionario, ad almeno uno degli aventi diritto entro il 2° grado di parentela, qualora fossero identificabili tramite uno dei seguenti sistemi: raccomandata con ricevuta di ritorno, PEC, notifica.
Il Comune ha fatto tutte le ricerche e non ha trovato neanche un erede o un avente diritto?
Sembra molto strano e improbabile visto che sono stati destinatari della revoca anche volti noti di residenti; persino un commerciante storico e vivente della zona che, interpellato, ha detto di non avere ricevuto nessuna comunicazione e di non aver visto nessun avviso perché ultimamente non si era recato sulla tomba dei propri cari. Si annunciano ricorsi.
elenco tombe in stato di abbandono allegato ordinanza sindacale 23 del 10 nov 2023