TRINO “SALVA” LA TUSCIA DAI RIFIUTI ATOMICI – Il paese in provincia di Vercelli – guidato dal sindaco leghista Daniele Pane – si è candidato ufficialmente ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Ma l’Arcidiocesi di Vercelli, il cui vescovo ha anche una laurea in Fisica, oltre a quella in Teologia, ha espresso il proprio parere contrario.
CARLO CALENDA scrive su Facebook: “Finalmente anche in Italia un Sindaco illuminato comprende che ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è una scelta sicura e rappresenta un’opportunità per il lavoro e le compensazioni che ne deriveranno. Complimenti. Ps non si capisce invece a che titolo o con quale competenza tecnica o giuridica l’arcidiocesi di Vercelli abbia deciso di opporsi”.
Alla fine Trino si è autocandidata ad ospitare il deposito unico di scorie nucleari. Il paese del Vercellese guidato dal sindaco Daniele Pane oggi ha consegnato ufficialmente la richiesta al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e a Sogin dopo la riunione straordinaria della giunta nel corso della quale è stata adottata la delibera. Ieri sera, durante un Consiglio comunale fiume, è stata bocciata la proposta della minoranza di ritirare il documento con cui il primo cittadino dice «sì» all’arrivo dei rifiuti radioattivi. Questo, dopo un lungo intervento in cui Pane ha spiegato le sue motivazioni.
In buona sostanza, il sindaco si rifà al parere degli esperti di Sogin illustrato durante la serata: «Il deposito è una struttura sicura, a prescindere da dove verrà realizzato». Tra le voci contrarie ci sono Legambiente, le amministrazioni dei Comuni vicini (come quelli in provincia di Alessandria) e quella dell’Arcidiocesi di Vercelli. Sul tema la diocesi ha preso posizione attraverso l’intervento del direttore della Pastorale Sociale e Salvaguardia del Creato Marina Rasore e del Vicario episcopale per la Pastorale Sociale e la Salvaguardia del Creato della Arcidiocesi di Vercelli Don Davide Besseghini. «L’emergenza dello smaltimento dei rifiuti nucleari è diventata, in questi giorni, di stringente attualità – dicono -. Avevamo accolto, con favore, la pubblicazione della Cartina nazionale aree idonee che, in base ai criteri di esclusione e a quelli di approfondimento previsti dall’Ispra aveva individuato 51 comuni idonei ad ospitare il deposito». Tra questi non c’era Trino, decisione che la Diocesi ha ritenuto come una scelta «seria e scientificamente fondata per l’individuazione del sito di stoccaggio in piena sicurezza per la salute delle popolazioni e la salvaguardia dell’ambiente». Una decisione ora messa in discussione dall’«auto candidatura, aperta anche ai territori già esclusi dalla Cnai perché ritenuti non idonei». Scelta che secondo la Diocesi «è stata introdotta in modo inaspettato e poco comprensibile dall’attuale Governo nel dicembre 2023, che complica ulteriormente un percorso già di per sé non semplice». Per questo motivo la Diocesi si dice contraria all’autocandidatura. «Riteniamo che l’individuazione definitiva del sito prosegua esclusivamente sulla base dei criteri scientifici sino ad ora adottati, ritenendo che non siano, invece, da perseguire decisioni che rispondano a logiche diverse», concludono dalla Pastorale sociale e salvaguardia del Creato vercellese.
Nell’istanza è stato specificato che «l’autocandidatura è subordinata oltre che al buon esito della verifica di idoneità del territorio da parte di Sogin e alla validazione da parte dell’autorità competente in termini di sicurezza, anche al fatto che tutti i criteri di sicurezza vengano rispettati».
«Ci tengo a ribadire ancora una volta – commenta il – sindaco di Trino Daniele Pane – le ragioni di sicurezza e opportunità che hanno sempre guidato l’agire di questa amministrazione. Come abbiamo sperimentato anche ieri nell’adunanza aperta a cui hanno partecipato sei tecnici chiamati a illustrare il progetto e l’iter per la scelta del sito e la realizzazione del deposito, c’è un assoluto bisogno di chiarezza e trasparenza su questo tema. E soprattutto bisogna arrivare a una decisione, che sia il più condivisa possibile. Ora la palla passa agli esperti, che diranno se effettivamente il territorio di Trino è idoneo oppure no». (Corriere.it)