CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: “Se non fosse perché il quotidiano La Repubblica ha pubblicato sulla pagina nazionale una sua intervista , parlare di nuovo del coordinatore territoriale di FdI sarebbe pura perdita di tempo.
Infatti i suoi trascorsi in formazioni di estrema destra non sono affatto smentiti da atti oggi posti in essere. Celebrare le gesta di criminali di guerra come Rodolfo Graziani, far sfoggio nella sede di Fratelli d’Italia di poster che inneggiano a Junio Valerio Borghese comandante della famigerata X Mas che alleata con i nazisti che occupavano la nostra patria, compì efferati crimini e che negli anni 60′ fu uno dei promotori di un tentativo golpista per abbattere in Italia la democrazia, dimostrano nostalgia per un passato duramente condannato dalla storia e da lui mai rinnegato.
Nell’intervista a La Repubblica il “nostro” rivendica, attraverso un contorto, contradditorio ed infantile discorso di essere stato alla manifestazione fascista di Acca Larentia, , in relazione alla quale la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per il reato di apologia del fascismo, ma di non aver fatto il saluto fascista. Una dichiarazione in cui afferma e poi subito smentisce, tipica di tanti del suo stesso partito che non vogliono esprimere la condanna del fascismo e allora tergiversano, ricorrendo ad espressioni dialettiche che dicono tutto e il suo contrario.
Giustamente alcuni consiglieri comunali si sono domandati se tale persona possa continuare a dirigere una importante partecipata del nostro comune. Crediamo che tale domanda debba produrre una risposta da parte degli organismi della società partecipata ma soprattutto da parte del Sindaco. Il quale invece, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale sull’argomento fornisce una risposta sbagliata ed opportunistica , non coerente con l’istituzione democratica che dirige e con il suo Statuto. Infatti il Sindaco nella sua dichiarazione prende a pretesto quanto accadde il 25 aprile del 2021 quando alcuni intonarono Bella Ciao prima del temine della manifestazione ufficiale da lui presieduta per giustificare l’accaduto squadrista a Roma. Al sindaco vogliamo ricordare che Il saluto fascista ricorda i tristi anni della dittatura mussoliniana mentre Bella Ciao, cantato da chi si è battuto per la democrazia e la liberazione dal nazifascismo oggi è divenuto l’ inno internazionale della libertà e della pace. ORA È SEMPRE RESISTENZA”.