La cocciniglia è già presente da anni nella nostra alimentazione
ROMA – Lo scorso 29 dicembre, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale quattro decreti che regolano l’etichettatura di alimenti che contengono farine di grilli o larve di insetto.
Più precisamente, all’interno dei decreti sono presenti specifiche indicazioni da riportare in etichetta per tutti i prodotti preparati con ingredienti a base di insetti e destinati al consumo umano.
I provvedimenti ammettono 4 categorie di alimenti e preparati, destinati al consumo e ottenuti mediante l’utilizzo di:
Polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) ovvero Acheta domesticus congelato, essiccato e in povere (23A07040);
larva di Tenebrio molitor (larva gialla delle farine), congelata, essiccata o in povere (23A07041);
locusta migratoria, essiccata, congelata o in polvere (23A07042);
larva di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore), congelata, in pasta, essiccata e in povere (23A07043)
oppure alimenti a base di tutti e 4 gli insetti autorizzati al commercio dall’UE.
I decreti non pongono limite all’utilizzo di questi ingredienti, purché l’etichetta li vada ad identificare in maniera precisa. Ciò a tutela di una scelta consapevole dei consumatori, i quali devono sapere come un prodotto è stato realizzato, da dove proviene e soprattutto cosa contiene.
In realtà, l’utilizzo di insetti nei prodotti alimentari è stato autorizzato dall’Unione Europea già dal 2018 come da regolamento UE 2015/2283, che li inserisce nella categoria dei “novel food”.
Per novel food, si fa riferimento ad un alimento che non era stato ancora consumato in misura significativa dall’uomo, nell’UE, prima del 15 maggio 1997, data in cui è entrato in vigore il Regolamento (CE) 257/97 sui nuovi prodotti alimentari.
I novel food possono essere alimenti innovativi, prodotti utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione, nonché alimenti tradizionalmente utilizzati al di fuori dell’UE, come appunto gli insetti.
In realtà, a chi storce il naso all’idea di inserire qualche grillo nella dieta mediterranea è utile ricordare che già da tempo mangiamo alimenti che provengono da insetti e nessuno batte ciglio.
Pensiamo ad alcuni tipi delle tanto amate patatine in busta che normalmente sgranocchiamo davanti alla tv o usiamo come spuntino al lavoro. Ebbene, per la produzione delle stesse viene utilizzato un colorante che deriva da un insetto. Parliamo della celebre cocciniglia (o tecnicamente Dactylopius). Questo è un insetto bianco, originario del centro e del sud America, da cui si può estrarre un colorante rosso accesso. Basta infatti macinare l’esoscheletro di questi insetti, polverizzarlo e unirlo ad acqua calda per ottenere una tinta rossa, che viene usata sia nell’alimentazione (con sigla E120) sia nella lavorazione di tessuti.
Un altro utilizzo della cocciniglia è previsto per la produzione del celebre liquore Alchermes, il cui rosso intenso si ottiene proprio mediante il colorante proveniente dal piccolo insetto, e questo vale per diverse bibite dal colore rosso.
Pensiamo poi a caramelle gommose , yogurt alla fragola, bitter o succhi di frutta (ad esempio all’arancia rossa). Se il colore di questi prodotti è un rosso intenso e sull’etichetta si trova la dicitura E120, allora possiamo essere certi che stiamo gustando un colorante naturale derivato dall’essiccazione delle cocciniglie e i vegani dovranno fare attenzione.