Eletto con il centrodestra sta inspiegabilmente tessendo accordi con la sinistra per rimanere al suo posto
TARQUINIA – Alberto “Bebo” Tosoni in questi giorni sta vestendo i panni di un Mattarella qualsiasi. Come fosse a capo di uno Stato, dopo aver rassegnato le dimissioni ha iniziato una sorta di consultazioni con i partiti che in qualche modo compongono l’assise dell’ente agrario.
Già così la notizia fa ridere ma c’è poco da scherzare. In barba al nuovo regolamento delle università agraria ha rassegnato le dimissioni “sub-judice” cioè le formalizzerebbe solo alla scadenza del 20° giorno. Il problema è che non funziona più così. O ti dimetti o no. L’utilizzo dello statuto ad uso e consumo fa gli fa gioco per cercare di trovare una nuova alleanza in grado di salvaguardargli la poltrona da presidente. Poco importa se sarà un’accozzaglia di transfughi e voltaggabbana.
L’importante è mantenere un ruolo in barba ai quei poveri cittadini che lo hanno votato perché in quota al centrodestra.
Dunque a Tarquinia adesso lo vedono come una sorta di presidente che, al di fuori di ogni logica, sta facendo incontri con i “leader” di tutti i partiti per trovare i numeri e rimanere asserragliato al suo posto anche vendendo l’anima ai comunisti.
La soluzione in realtà è molto più semplice di quello che pensa. Basterebbe chiamare chi lo ha messo in difficoltà e fare un passo indietro loro e almeno cinque lui.
Non solo. Dalla sua posizione non è certo in grado di mettere veti su nessuno come invece si ostina a fare: “Quella no perché è la mogli di” o “quello no perché mi sta antipatico”.
Pazienza. Vedendo la parabola del presidente (se continua così uscente) dell’Università agraria Alberto Tosoni, ci viene in mente un aforisma di uno storico, oratore e senatore romano considerato tra i più grandi e influenti esponenti del genere storiografico nella letteratura latina, Publio Cornelio Tacito: “È molto più facile ricambiare un torto che un favore, perché la riconoscenza costa mentre la vendetta è considerata un guadagno“.
Per non andare troppo sulla cultura storica e di certo sconosciuta possiamo rifarci ad una frase che usa spesso il sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei: “In politica ce vole memoria corta“.