CIVITAVECCHIA – «Per il Consorzio CMF i contratti non valgono». Tuona così il responsabile confederale e di categoria di Ugl Fabiana Attig spiegando come il sindacato non sia più disposto a tollerare il comportamento del consorzio che si è aggiudicato l’appalto delle pulizie del porto di Civitavecchia.
Atteggiamento giudicato quantomeno bizzarro verso i propri lavoratori «che di punto in bianco – ha chiarito Attig – si sono visti recapitare dall’azienda delle incomprensibili e ingiustificate lettere in cui venivano paventate, a partire dal febbraio prossimo, riduzioni ed interruzioni di orario di lavoro a discapito, ovviamente, di paghe già non propriamente alte». La responsabile dell’Ugl ricorda quindi come, a maggio 2023, l’Autorità di Sistema Portuale abbia provveduto al passaggio di appalto con il Consorzio CMF subentrato ex art. 4 del CCNL Multiservizi al Consorzio Progeo per il servizio di pulizia degli edifici dell’Autorità Portuale.
«Immediatamente dopo il passaggio di tutti i lavoratori – ha aggiunto Attig – il consorzio ha manifestato gravi criticità circa la non economicità dell’appalto, paventando finanche un esubero di personale rispetto il monte ore dello stesso in relazione ai servizi richiesti, nonostante tra giugno e settembre ben 5 unità siano andate in pensione alleggerendo di fatto il costo del personale e il monte ore dal consorzio considerato in esubero.
Come organizzazione sindacale abbiamo tentato ogni forma di confronto sempre rispedito al mittente dal consorzio CMF soprattutto quando abbiamo chiesto riscontri analitici dell’appalto. È del tutto evidente che non intendiamo sottostare alla politica di ricatto che l’azienda ha introdotto, come quella di ridurre il parametro orario ai lavoratori».
Da qui la richiesta urgente di un incontro con il presidente dell’Adsp Pino Musolino, in qualità di committenza, per analizzare nel dettaglio la situazione. Abbiamo già fatto richiesta di un incontro per un intervento urgente al presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino in qualità di Committenza per suffragare con gli uffici preposti quanto da noi scoperto. «Attualmente il personale in forza a pieno parametro, come da contratto, non copre tutti i servizi contemplati nel suddetto appalto – ha evidenziato Attig – non soltanto, si riscontra la incongrua situazione in cui il 38,91% dell’importo dell’appalto copre il 69,89% del monte ore totale dello stesso. L’unica vera motivazione che possiamo intravedere è l’estrema massimizzazione dei profitti a discapito di lavoratori (molti anche in età avanzata) che devono essere spremuti nei periodi di picco e lasciati a casa con orario ridotto nei periodi di calma a danno delle già leggere buste paga».