RONCIGLIONE – La pioggia non ha fermato la tradizione dei “carnevalari” di Ronciglione che si sono dati appuntamento oggi per la tradizionale festa dei Nasi Rossi, storica maschera ronciglionese che ha le sue origini dal 1900. La banda musicale del paese ha aperto il corteo dei Nasi Rossi che, muniti di pitali, li hanno riempiti di rigatoni ‘nsugati (al sugo ndr) e attraversato il paese a suon di musica.
Ben 90 i chili di pasta cucinata con un ragù composto di 60 kg di pomodoro e 30 kg di carne e tanti, tanti, tanti, chili di allegria.
La storia dei Nasi Rossi
Di racconto in racconto, si narra che nell’anno 1900, in un giorno feriale, due barbieri e due calzolai di nome Bonaventura Piferi, Romeo Tani, Pietro Anzellotti ed Giuseppe Alessandrucci, si trovavano nei pressi del forno di Camillo Taborri, probabilmente nell’osteria di “Nostasìa”.
Altri affermano che l’osteria fosse, invece, di Anzellotti Pietro, ma questo cozzerebbe con il fatto che si trattasse di due barbieri e due calzolai.
Quel pomeriggio, come tanti altri, tra un bicchiere e l’altro, uno di loro raccontò che al mattino, guardandosi allo specchio e accorgendosi di avere il naso completamente rosso, si era improvvisamente ricordato di quanto accaduto la sera precedente, quando, dopo aver bevuto un fiasco di vino rosso, a causa dello stesso e della poca luce, aveva erroneamente scolato i rigatoni nel vaso da notte (pitale); dopo averli conditi con il sugo di carne del giorno prima, insieme ad una manciata di pecorino, se ne era fatto una grande scorpacciata (leggi tutto).