“Scansionato” il patrimonio storico della città
VITERBO – Presentato ufficialmente il progetto “Oltre la Pietra”, una vera e propria digitalizzazione del patrimonio architettonico e storico della città di Viterbo che permetterà a tutti, nel prossimo futuro, di esplorare e “rivivere” la storia dei siti più importanti del capoluogo.
A presentare l’ambizioso piano di rendering 3D, la sindaca Chiara Frontini, l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi, il socio fondatore di ArcheoAres Gianpaolo Serone, associazione promotrice di “Oltre la Pietra”, la direttrice del Museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz Sara De Angelis e Saverio Malatesta del Centro di ricerca DIGILAB della Sapienza Università di Roma, ente che si è occupato della non semplice parte “tecnica” del progetto.
Presenti in sala anche tutti i rappresentanti istituzionali degli altri enti che lo hanno sostenuto: la Provincia di Viterbo, la Prefettura di Viterbo, il Dicastero Vaticano della Cultura e dell’Educazione, la Direzione Regionale dei Musei del Lazio, la Diocesi di Viterbo, la Fondazione Carivit, l’Università degli Studi della Tuscia e i Musei di Viterbo (MUVI).
“Si tratta di un progetto che guarda alle future generazione – ha introdotto la sindaca Frontini – e che ci fornisce mille possibilità di replica e di valorizzazione del nostro patrimonio culturale attraverso tecnologie che non impattano su questi preziosissimi beni”.
Per Antoniozzi, si tratta di “Un progetto che ha come obiettivo il cielo: un modo per rendere una volta per sempre immateriale un bene materiale, perché chi sa cosa si potrà fare tra 100 anni con i dati così acquisiti? Così facendo, lasciamo un’eredità virtuale inestimabile”.
Per semplificare il tutto, l’assessore alla cultura fa un esempio banale ma estremamente calzante: “Pensate al videogioco di Ubisoft Assassin’s Creed. Se uno dei suoi capitoli non avesse riprodotto con estrema fedeltà Notre Dame, proprio attraverso a un lavoro di rendering simile a quello di Oltre la Pietra, la cattedrale di Parigi non sarebbe stata possibile da ricostruire dopo l’incendio che l’ha devastata nel 2019”.
Estremamente soddisfatto del progetto, il suo capofila Gianpaolo Serone. “Noi conosciamo la storia di Viterbo, ma solo superficialmente – ha spiegato il socio fondatore di ArcheoAres – ma abbiamo grattato solo la superficie e con questo progetto vogliamo invece scendere in profondità, scoprire e andare oltre”.
Il professor Saverio Malatesta ha, infine, mostrato al pubblico alcune “prove” tangibili di quanto finora illustrato dagli altri presenti alla conferenza. 8 i rendering 3D, già completati, di alcuni dei palazzi storici e delle chiese più note di Viterbo: la Basilica di San Francesco, il Palazzo dei Papi, la Basilica di Santa Maria della Quercia, l’Abbazia di San Martino, la Chiesa di Santa Maria della Verità, il Palazzo dei priori, la Cattedrale di San Lorenzo e la Chiesa di Santa Maria Nuova.
“Attraverso questo lavoro – ha spiegato Malatesta – che ha richiesto l’utilizzo di droni e tecnologie laser all’avanguardia, è stato possibile ricreare questi monumenti, cosa che li renderà fruibili al pubblico attraverso dispositivi cellulari, visori 3D, realtà aumentata e anche, volendo, il Metaverso”.
Infinite, sembrano essere le applicazioni dei risultati di Oltre la Pietra. Da “semplici” tour virtuali, dove si potrà interagire con ogni dettaglio e personaggi virtuali appositamente inseriti per raccontare la storia dei vari siti, a progetti di studio più approfonditi, utili ai settori dell’urbanistica e, perché no, anche della mobilità urbana.
“Quando si parla di scansioni laser non ci si ferma al singolo edificio perché viene acquisita buona parte della città – ha argomentato Malatesta – Quando viene digitalizzato un luogo o un’informazione, lo possiamo utilizzare in diversi modi per declinare al meglio la funzione che quel bene deve avere”.
In chiusura, anche un piccolo “spoiler” da parte dell’assessore Alfonso Antoniozzi sul futuro del progetto e prossimi edifici che saranno scannerizzati.
“Si sta già lavorando per ricostruire anche il palazzo di Federico II, un bene storico perso dalla città e per questo poco o per nulla conosciuto dai viterbesi. Il monastero di santa Rosa, stando alle cronache, vive in parte sulle fondamenta di questa struttura. Con Oltre la Pietra si proverà a rendere questo sito fruibile a tutti”.