La Corte Suprema di Cassazione ha confermato 7 anni e 6 mesi di reclusione. Per lui si aprono le porte del carcere
VITERBO – Era il carnevale di due anni fa quando la notte di martedì grasso, la 24 enne Valentina Rubino rimase coinvolta in un terribile incidente stradale sulla strada provinciale Cimina mentre con gli amici voleva andare a festeggiare in discoteca la fine del Carnevale.
Valentina, il suo fidanzato A.R. di origini egiziane all’epoca 25enne e una coppia di amici avevano intenzione di trascorrere insieme una serata di divertimento e dopo la cena la volontà dei quattro era di terminarla ad un Veglione ma quel momento di spensieratezza e divertimento si spezzò fatalmente sulla strada provinciale Cimina.
Viterbo – Dopo il terribile incidente di martedì scorso dichiarata la morte cerebrale di Valentina
Tre dei quattro sopravvissuti dichiareranno alle autorità che stavano svolgendo le indagini che Valentina fosse alla guida del veicolo. Dallo sviluppo delle indagini, invece, risultò palesemente incompatibile la presenza della sfortunata ragazza nel lato guida con la dinamica dei fatti. Messo davanti alle proprie responsabilità il giovane fidanzato egiziano confessò al pubblico ministero Michele Adragna, la verità e cioè quella di essere lui a guidare la vettura in quel momento.
Tre gradi di giudizio e condanne sempre confermate. L’uomo difeso dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta è stato infatti condannato in via definitiva dalla Corte Suprema di Cassazione a sette anni e mezzo di carcere per i reati di omicidio stradale e lesioni stradali aggravate. L’uomo ha beneficiato dello sconto di un terzo della pena perché ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato ma adesso per lui si spalancano le porte del carcere.
Viterbo – Valentina Rubino morta sulla Cimina, arrestato per omicidio stradale il fidanzato egiziano