VITERBO – E’ moria di partite Iva nella Tuscia, con un saldo negativo a doppia cifra registrato dalla CGIA di Mestre tra il 2014 e il 2022 che evidenzia come la provincia di Viterbo sia in controtendenza rispetto alla media italiana.
I dati della ricerca mostrano come il calo dei autonomi “classici” tra il 2014 e il 2022 sia di ben 2804 partite Iva in meno, variazione pari a -10,5%.
Non va meglio per gli artigiani, i più sofferenti nella Tuscia, per la quale categoria si registra un -14,8%, per un totale di 1443 partite Iva in meno per questo settore dal 2014 al 2022.
Soffrono anche i commercianti, con un -12,5% per un totale di 1511 attività chiuse nel medesimo periodo di riferimento.
A migliorare, seppur di pochissimo, sono i numeri riguardanti l’agricoltura. +3,1% è il dato rilevato dalla CGIA di Mestre, con 150 agricoltori in più registrati tra il 2014 e il 2022. In questo caso, tuttavia, il paradosso è che proprio quella degli agricoltori è la categoria che registra il più basso numero di attività esistenti in un territorio definito, da tutti, come “prettamente agricolo”.
Sono solo 5044 le partite Iva degli agricoltori presenti al 2022 sul territorio del Viterbese, un quarto circa di quelle legate agli autonomi “classici” (23905), poco più di metà di quelle degli artigiani (8327) e la metà di quelle relative ai commercianti (10534).