BRESCIA – Una folla di giornalisti e curiosi si è ritrovata questa mattina venerdì 1 marzo, davanti all’ingresso del Palazzo di giustizia dove si aprirà la prima udienza per la richiesta di revisione del processo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due coniugi condannati in via definitiva all’ergastolo nel 2011 per il quadruplice omicidio dell’11 dicembre 2006 diventato noto come la “Strage di Erba”.
Bazzi e Romano sono stati ritenuti i soli responsabili della morte di Raffaella Castagna, di suo figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini e del tentato omicidio del marito di quest’ultima, Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, poi morto nel 2014. Fu proprio lui il testimone chiave che portò, tra le altre cose, alla condanna dei due.
Tre le sentenze che si basano su prove per l’accusa “granitiche”, e che oggi gli avvocati di Olindo e Rosa, tenteranno di mettere in discussione attraverso l’esposizione di nuovi elementi che siano convincenti a far riaprire il caso alla Procura di Brescia. Saranno i giudici a stabilire la validità dei presupposti per celebrare un nuovo processo e decretare se e quali nuove fonti di prova potranno entrare nel possibile futuro nuovo processo (testimoni, consulenze, intercettazioni, ecc…).
Ad essere messe in discussione il riconoscimento di Olindo da parte dell’unico sopravvissuto e unico testimone, Frigerio. L’uomo aveva fornito una descrizione della persona che lo aveva aggredito che non corrispondeva in alcun modo a quella di Olindo, per poi invece indicare il marito di Bazzi come colpevole.
Il collegio difensivo proporrà l’ascolto degli esperti sulla traccia ematica trovata nella vettura dei coniugi e la consulenza per valutare l’idoneità di Mario Frigerio – l’unico sopravvissuto alla strage di Erba – come testimone, considerando la sua cerebrolesione e presenteranno la pista di un regolamento di conti legato a droga e soldi, supportata dalla testimonianza di Abdi Kais, il presunto super-testimone mai sentito dagli inquirenti. La dinamica della morte di Valeria Cherubini sarà oggetto di una consulenza neurologica, mentre la criminologa Roberta Bruzzone ricostruirà la dinamica dell’aggressione.