L’ex grillino passato in Forza Italia è stato eletto grazie ad una falsa dichiarazione che il patron della Lazio sta cercando di sanare con un emendamento vergognoso
CIVITAVECCHIA – “Io, mammata e tu”. Tre i protagonisti di questa ennesima “porcata” all’italiana. Marco Colarossi consigliere regionale ex grillino passato in Forza Italia.
Vincenzo D’Antò consigliere comunale e prossimo candidato sindaco di Civitavecchia in forza del M5S. Claudio Lotito presidente della Lazio e senatore di Forza Italia.
La fervente battaglia condotta da Claudio Lotito, patron della Lazio e senatore di Forza Italia, a favore di un ex esponente del Movimento 5 Stelle ora affiliato al suo stesso partito, ha paralizzato la commissione Affari Costituzionali del Senato per un’intera settimana.
La sera scorsa è stato approvato con fatica un emendamento presentato dal senatore azzurro, con la spettacolare assenza di tutta l’opposizione.
L’emendamento proposto dal senatore Lotito, inserito all’interno del decreto sulle elezioni, mira fondamentalmente a unificare in un’unica tornata elettorale i voti per le Elezioni Europee, le Regionali in Piemonte e le amministrative, oltre ad abolire l’ineleggibilità come consigliere regionale per coloro che sono dipendenti della stessa entità per cui si candidano.
Questa proposta, nella pratica, cela una disposizione personalizzata. In particolare, consentirebbe di “risolvere” la situazione del consigliere regionale della Regione Lazio, Marco Colarossi, precedentemente membro del Movimento 5 Stelle e recentemente passato a Forza Italia, contro cui pende un ricorso al Tribunale civile da parte di un collega del M5S, Enzo D’Antò.
Colarossi, violando la legge, non si è dimesso dalla sua posizione di funzionario nel 2021 in tempo per candidarsi alle elezioni regionali. Dopo una lunga e accesa discussione in commissione, l’opposizione è riuscita solo a far cancellare la retroattività della norma proposta da Lotito. Tuttavia, essa rimane comunque in vigore, potenzialmente come strumento di difesa per il giovane Colarossi, che è passato dalla sfera del Movimento 5 Stelle alla protezione garantita dal presidente della Lazio.
Il decreto, con la norma contestata, sarà discusso in aula mercoledì prossimo. Nel frattempo, il Partito Democratico esprime la sua ferma disapprovazione tramite Dario Parrini, vicepresidente della commissione:
“I dipendenti regionali sono ineleggibili come consiglieri regionali. Non c’è nulla da interpretare. Quello che è stato proposto non è un’interpretazione, ma un cambiamento sostanziale della legge fatto per risolvere il problema di una persona. Questo di per sé è vergognoso“.
Enzo D’Antò quindi si prepara a fare le valige e lasciare Civitavecchia dove difficilmente potrebbe vincere le elezioni se tutta la sinistra non dovesse unirsi come avvenuto in Sardegna e, tutto sommato, gli conviene anche.