CIVITAVECCHIA – «Se le questioni affrontate ieri dal Tavolo presso il Ministero del Made in Italy sulla riconversione della Centrale Enel di Civitavecchia fossero state discusse almeno un anno fa, avremmo espresso una valutazione abbastanza positiva.
Ma il tempo stringe e, se da un lato la discussione è dentro i binari senza apparenti deragliamenti, dall’altro si sta procedendo troppo lentamente». Ne sono convinte le segreterie territoriali di Cgil Camera del lavoro, Filctem-Cgil, Filt-Cgil, Fiom-Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo, Uil Confederazione, Uilm-Uil, Uilt-Uil Viterbo e Alto Lazio.
«Come riportato dalla Regione, si pensa di ripristinare la destinazione ad uso industriale dell’area cosiddetto “bosco” antistante Torre Nord – hanno ricordato – anche valutando lo spostamento di alcuni vincoli paesaggistici ed inoltre ci sono buone possibilità di inserire Civitavecchia nei Contratti di Sviluppo: sono elementi positivi ma che non porterebbero lavoro nell’immediato. Come è positivo che il progetto Offshore sia entrato ufficialmente nella discussione ministeriale, anche se rimane l’urgenza di un intervento, che potrebbe non essere banale, di preparazione del porto per l’Eolico e per l’Hub, sia in termini di passaggi burocratici che dei relativi investimenti. Al netto di circostanze eccezionali e imprevedibili, Enel stima una produzione da carbone tendente allo zero, pertanto si è dichiarata disponibile a discutere un ridimensionamento dell’impianto prima del 2025 ma senza dettagliare ulteriormente: pensiamo che sull’eventualità della demolizione/bonifica di un gruppo dovremmo confrontarci sempre nell’ottica di una rioccupazione positiva dei lavoratori. Enel inoltre informa, ma senza ulteriori dettagli – hanno aggiunto – di avere in corso trattative serrate con alcuni soggetti industriali per degli sbocchi produttivi sulla metalmeccanica e sulla logistica. Da parte di Enel ci aspettiamo, pur comprendendo gli ovvi elementi di riservatezza, una rapida condivisione della progettualità a cui si riferisce, sia in termini di qualità che di tempistiche: l’indotto è in sofferenza già da tempo e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali sta aumentando rapidamente».
Insomma, secondo i sindacati bisogna fare presto e occorrono sbocchi industriali e logistici immediati per l’indotto tamponando il rapido calo produttivo di Tvn. «Occorre mettere a sistema tutti gli interventi, anche apparentemente isolati, che esistono – hanno ribadito – per garantire un futuro ai tanti lavoratori e per prevenire soluzioni estemporanee che rischierebbero di dividere invece di unire. Auspichiamo che l’annunciato raccordo fra i tre Ministeri, finalizzato all’accelerazione di tutti i processi necessari, vada a buon fine quanto prima. Il Governo deve farsi garante di questo processo. Lo pensiamo e lo diciamo da tempo – hanno concluso – ed in questo senso condividiamo la necessità espressa dalla Regione, rispetto al fatto che il Ministero debba avere maggiori garanzie dal rapporto con Enel alla quale, per parte nostra, rinnoviamo la richiesta di fare investimenti sul territorio».