Avella: “Oggi si ritorna alla chiesa autentica”
E a Campo Le Rose “compaiono” statue della parrocchia di Lubriano
TREVIGNANO – Norme di sicurezza eccezionali per il trasporto della statua della Madonna “di Trevignano”.
Era stato Luigi Avella uno dei più ferventi sostenitori della veggente Gisella Cardia a donargliela, insieme ad una grande somma di denaro, l’imponente statua sovrastava il campo di preghiera dove ogni tre del mese si riunivano seguaci e veggente.
Poi, essendo l’appezzamento di terreno all’interno dell’Ente Parco Naturale Regionale Bracciano-Martignano, è arrivata l’ordinanza comunale che imponeva “la demolizione delle opere abusive e ripristino dello stato dei luoghi” in virtù del vincolo paesaggistico che vieta l’edificabilità poiché ad uso “agricolo”.
Così anche la grande statua è stata spostata, ma invece di essere restituita al suo donatore era stata portata in un luogo distante, scoperto in seguito alle dichiarazioni di don Roberto, parroco della diocesi di Porto-Santa Rufina a Roma che dichiarò di averla in custodia, e per questo appellato da Gisella come “deficiente” attraverso le seguenti parole pronunciate in un messaggio alla ex portavoce Paola Felli:
“Lui è un pezzo grosso della sua curia, che è diversa dalla mia. La statua della Madonna ha detto che era lì perché è un deficiente”.
Oggi, grazie alla diffusione del messaggio, la decisione del vescovo di questa Diocesi, di restituire la statua mariana.
Luigi Avella è tornato in possesso della sua Madonna (che nella foto bacia), che verrà portata in un luogo segreto per paura di danneggiamenti e avrà una custode.
Per una Madonna che lascia il Campo Le Rose, altre che compaiono, sono infatti apparse le statue della Via Crucis, che secondo un testimone intervistato da Mattino Cinque sarebbero della parrocchia di Lubriano: “Sono state portate via di notte alla presenza di Don Luigi, una signora di Lubriano, due boscaioli e il nipote portavano via i basamenti in legno. Mi sembrò tutto anomalo. Le statue erano state acquistate dai fedeli della parrocchia. Ad attenderle di notte c’erano Gisella e il marito“.
B.F.