ROMA – È stata licenziata per “Incompatibilità ambientale”, con una lettera scritta dall’avvocato Lorenzo Vitali, responsabile legale dell’As Roma dopoché, nello scorso autunno, un video hard che la riprendeva in intimità con il suo fidanzato aveva iniziato a circolare nel centro sportivo di Trigoria. Una clip vista da calciatori, specie del settore giovanile, da tecnici e da qualche dirigente.
La società, dopo aver scoperto l’accaduto, su richiesta dell’allora gm Tiago Pinto e del responsabile del vivaio Gianluca Gombar, ha licenziato tanto la giovane donna (di circa trent’anni, lavorava nella Roma da nove), quanto il fidanzato, che della stessa era peraltro il capo.
Da quanto si apprende come motivazione per il licenziamento la Roma avrebbe addotto il contenuto della clip, nella quale oltre agli atti sessuali erano presenti discorsi che violavano l’etica professionale.
Dentro Trigoria non è stato difficile risalire a chi – per primo – ha diffuso il video: si tratta di un giocatore della Primavera (minorenne all’epoca dei fatti) di origini straniere e in odore di prima squadra, che non ha ancora fatto il suo esordio in Serie A e che avrebbe confessato tra le lacrime di essersi impossessato del contenuto privato della giovane donna con la scusa di prendere in prestito il suo telefono per chiamare il suo procuratore. Eppure, nei suoi confronti, non sarebbero stati presi provvedimenti esemplari.
La storia viene raccontata dal Fatto Quotidiano (con il Corriere dello Sport che aggiunge dettagli sulla vicenda) che diffonde parte del contenuto della lettera di licenziamento con cui la società ha comunicato alla giovane donna la sua decisione, assieme al pagamento dell’indennità di mancato preavviso: “È stato portato all’attenzione della Direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente La ritrae nel compimento di atti sessuali – si legge – . Purtroppo, ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della Società”. Annotando dunque “l’incompatibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell’attività della Società”. La donna è stata licenziata in tronco con tanto di sbrigativo accompagnamento ai cancelli di Trigoria da parte degli addetti alla sicurezza.
La vittima ha presentato una denuncia penale che porterebbe la Procura a sequestrare i telefonini di mezza Trigoria per ricostruire la catena di diffusione e si è rivolta ad un avvocato, Francesco Bronzini. Al ragazzo chiederà il risarcimento del danno: le mediazioni sono ancora in corso.