Claudio Fazzone ha minacciato di portarsi a casa il pallone e la partita è stata sospesa. Donzelli e Silvestroni hanno messo sul tavolo Massimiliano Grasso
ROMA – Anche oggi il famoso tavolo nazionale che doveva decidere sul nome del candidato sindaco del centrodestra a Civitavecchia è finito a tarallucci e vino.
Del resto chi sta decidendo le sorti del secondo scalo portuale del mediterraneo dopo Barcellona (in termine di passeggeri crocieristi) sono politici che nulla hanno a che fare con la città e quindi a loro non interessa il danno che la lunga attesa sta producendo alla coalizione che ha governato la città in questi ultimi cinque anni.
In questi giorni sembra di assistere a quelle partite di pallone tra bambini impegnati in un cortile di quartiere o su un prato di periferia.
Il pallone oggi lo aveva portato Claudio Fazzone, plenipotenziario di Forza Italia e sistematicamente sconfitto in questi ultimi 12 anni a Civitavecchia. Non ne ha azzeccata una di scelta e ha consentito, senza intervenire, la distruzione degli azzurri ridotti ai minimi termini.
Oltre a Fazzone, sul rettangolo di gioco del subbuteo (tavolo) c’erano Marco Di Stefano per Noi Moderati; Davide Bordoni con Valeriani per la Lega; Marco Silvestroni per Fratelli d’Italia e Regino Brachetti per l’Udc. Dei nazionali c’erano Maurizio Gasparri di Forza Italia, Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia e Antonio De Poli.
Fazzone non recede dall’imporre come candidato Paolo Poletti, sicuramente un brav’uomo ma che non ha trovato adesioni da parte di chi detiene voti e gradimento in città.
La Lega, giustamente, rivendica il suo sindaco uscente, Ernesto Tedesco. Anche su quest’ultimo non c’è il gradimento dei suoi stessi uomini della maggioranza (lo dicono tutti dietro le sue spalle ovviamente) e le ragioni, a sentire loro, sono le più disparate ma, in realtà, ha più chances di farcela rispetto a tutti gli altri visto che il suo main sponsor è Matteo Salvini.
Noi Moderati con Marco Di Stefano, che non ha esponenti politici di rilievo tra le proprie fila, avrebbe nominato un commissario cittadino. Si tratta del noto commercialista e grande tennista (su quest’ultima dote abbiamo decisamente esagerato) Gian Piero De Angelis già assessore ai tempi del sindaco Gianni Moscherini che dovrebbe tirare la palla verso Paolo Poletti per poi schiacciarla nella parte di campo dove è sicuro di fare punto (ogni allusione è legittima).
Fratelli d’Italia, con Marco Silvestroni, pur essendo alla guida del partito di maggioranza relativa del centrodestra è alle prese con personalismi e ripicche personali di alcuni personaggi divenuti caricature da fumetto ma che stanno ingessando l’ambiente.
Da via della Scrofa è stata dato come candidato gradito Massimiliano Grasso. Al tavolo regionale era uscito anche quello di Alessio De Sio e qualcuno ha pensato di riproporlo anche oggi ma senza successo. Inoltre lo stesso si è già chiamato fuori dalla competizione e che comunque non è riconosciuto dal partito .
Ce la farà Silvestroni a far valere la militanza certificata e l’affidabilità di un suo uomo o cederà alle raccomandazioni che si sono spinte fine al Soglio Pontificio?
Intanto l’Udc si aggrappa ad un vecchio volpone democristiano, Regino Brachetti.
A lui sostanzialmente potrebbero stare bene tutti. In realtà il politico di Tuscania avrebbe seguito la linea della Lega e senza fare nomi ha sostanzialmente confermato che, per linea di principio la ricandidatura dei sindaci uscenti non è un errore.
Una situazione piuttosto surreale che sta danneggiando oltre modo, oltre misura, la coalizione di centrodestra.
I giovani, a differenza di tante cariatidi che già si rivedono in giro, avrebbero voglia di rivincita e riscatto ma finché ci saranno elementi con la terza media o poco più a dettare le regole c’è ben poco da sperare.