Con una mozione presentata dalla consigliera regionale Edy Palazzi si vorrebbero “sistemare” tutti quelli chiamati senza concorso e sotto la lente della Guardia di finanza
ROMA – L’inchiesta della Guardia di Finanza sul rapporto tra le Ater della regione Lazio e la Confservizi sta procedendo a ritmo incessante. Tutto ha avuto inizio a Frosinone con un blitz della Guardia di finanza.
Era ottobre dello scorso anno quando i militari delle Fiamme gialle si presentarono negli uffici delle ex case popolari dopo che era avviata un’inchiesta della Procura (inizi di agosto) a seguito di una nota dell’Anticorruzione che aveva dichiarato i rapporti tra la Confservizi e l’Ater di Frosinone illegittimi.
Addirittura, il giorno prima del commissariamento deciso dalla Regione Lazio, il direttore generale dell’Ater di Frosinone, Massimo Serafini, aveva firmato determine per liquidare alla Confservizi, soggetto privato di cui era direttore in aspettativa, un milione e mezzo di euro.
Ma facciamo un passo indietro, al 2 agosto, quando la Regione Lazio, decide di commissariare l’Ater di Frosinone.
Il motivo è spiegato nel provvedimento stesso firmato dal presidente Francesco Rocca, in cui si spiega che il commissariamento è scaturito da “situazioni che pregiudicano il regolare funzionamento dell’ente”.
Le situazioni d’ostacolo, pur non specificate, si riferivano al caso Confservizi, associazione di enti locali (di fatto un soggetto privato), a cui l’Ater tra le altre cose aveva affidato, in base ad un accordo, gli incarichi di progettazione a progettazione per la riqualificazione con i fondi del Pnrr di fabbricati situati a Ferentino, Pico e Villa Santa Lucia.
I rapporti tra Ater Frosinone e Confservizi hanno incuriosito più di qualcuno. Da Confservizi arrivava il nuovo direttore generale dell’Ater di Frosinone, Massimo Serafini, che nel frattempo, con l’ok del Cda presieduto da Andrea Iannarilli, aveva licenziato i suoi due ex predecessori.
Nel frattempo presidente della Confservizi era diventato proprio Iannarilli (Andrea). Fatto sta che è stato fatto un esposto e la Finanza ha cominciato ad indagare sul caso.
Della questione si è anche occupata l’Anticorruzione che, con un provvedimento che risale ai primi di luglio, aveva dichiarato l’accordo tra Ater e Confservizi illegittimo perché non si poteva procedere ad un affidamento diretto (come è stato fatto) ma andava fatta una gara d’evidenza pubblica.
L’Anac aveva quindi dato 30 giorni per procedere di conseguenza.
Per tutta risposta il direttore generale dell’Ater, Massimo Serafini (che era direttore generale in aspettativa della Confservizi, nonché amministratore delegato della controllata Confservizi Cispel srl) il primo agosto dell’anno scorso (il giorno prima del commissariamento deciso dalla Regione) aveva firmato tre determine per saldare le ultime somme del compenso spettante alla Confservizi in base all’accordo, dichiarato illegittimo da Anac.
E quindi alla Confservizi sono andati 932.006 euro per la progettazione di Ferentino, 348.029 euro per quella di Villa Santa Lucia e 309.103 euro per quella di Pico. Poco più di un milione e mezzo di euro. La Finanza ha acquisito le carte riguardanti questi procedimenti.
Gli occhi degli investigatori poi si sono spostati anche su altre due Ater gigantesche, quella di Roma e Roma Provincia.
Anche in questo caso c’è da fare luce sui rapporti con Confservizi e le assunzioni fatte negli ultimi tre anni.
Mentre le indagini si stanno allargando su tutto il territorio ecco che in regione spunta una mozione per sistemare gli interinali chiamati a lavorate nelle strutture Ater. Assunzioni che eluderebbero la procedura concorsuale e sanerebbe, buon per loro, una situazione di precariato.
Ecco la mozione che, a quanto pare, dovrebbe essere ritirata:
146 - mozione palazzi ater