Il processo penale è ancora in corso presso il Tribunale di Civitavecchia, prossima udienza l’8 aprile prossimo
LADISPOLI – Il processo penale che vede imputati il capo dell’addestramento denominato ‘Notte Scura 2018’ e i due piloti del Chinook è ancora in corso. Il 54enne: “Appena è uscita la sentenza (Civile) abbiamo pianto”.
La domanda è stata accolta, il tribunale civile ha condannato il ministero della Difesa a risarcire il kitersurfer Alessandro Ognibene che il 3 ottobre 2018 fu risucchiato sulla spiaggia di Ladispoli da un elicottero militare durante un’esercitazione.
La sentenza è stata emessa al termine del processo civile dal giudice Adolfo Ceccarini dopo le indagini della Capitaneria di porto.
Al 54enne è stato riconosciuto un indennizzo di oltre 243 mila euro più gli interessi maturati e le spese al suo legale, Giuseppe Maccarone.
Il processo penale che vede imputati il capo dell’addestramento denominato “Notte Scura 2018” e i due piloti del Chinook è però ancora in corso presso il Tribunale di Civitavecchia.
“Quando mi ha aspirato l’elicottero sono svenuto e mi sono trovato in un posto che non è qua…”, aveva raccontato l’odontotecnico di Roma oggi 54enne, a distanza di quattro anni dal terribile e assurdo incidente di cui era stato vittima. L’uomo era stato catapultato sulla spiaggia di Torre Flavia da un’altezza di circa dieci metri.
“Ricordo che ho ripreso conoscenza quando ero già a terra – aveva detto – e mi usciva sangue dalla bocca. Volevo alzarmi. Una guardia giurata mi ha detto che ci ho provato due volte, ma ho capito che non potevo muovermi. Un’esperienza molto, molto brutta”.
L’uomo era stato catapultato dal Chinook sulla spiaggia di Torre Flavia da un’altezza di circa dieci metri.
La decisione del tribunale civile è una liberazione, Ognibene aveva rischiato di morire ritrovandosi al Policlinico Gemelli con traumi su tutto il corpo.
“Appena è uscita la sentenza”, ha raccontato Ognibene, “abbiamo pianto. A livello emotivo è stata una sensazione importante anche se a distanza di anni convivo con dolori allucinanti. Di notte ho ancora gli incubi, ho difficoltà fisiche, a volte mi sembra di aver infilato un coltello nel bacino. L’altro giorno non riuscivo a scendere dal letto e sono preoccupato per la mia vecchiaia. Però almeno è arrivata questa soddisfazione dal tribunale, un piccolo passo verso l’iter penale».
Finora la difesa aveva sempre negato l’impatto con il velivolo puntando più sul «colpo di vento» che sul risucchio che ha sbalzato il kitesurfer per parecchi metri.
Il ricordo va sempre all’incidente. “Quando l’elicottero mi è venuto davanti – ricorda – e poi ha virato ho sentito un grande fischio, una pressione alle orecchie, e sono partito a razzo. Poi sono svenuto”. Ora però è anche il momento di guardare avanti: “So che ricammino e che ce l’ho fatta. Sono pieno di dolori e fastidi, ma ci convivo”. Prossima udienza lunedì 8 aprile.