San Pellegrino in Fiore torna dal 1 al 5 maggio e porterà la firma dell’architetto Raffaele Ascenzi e del suo team
VITERBO – Dal primo al 5 maggio 2024 tornerà il tanto atteso evento di San Pellegrino in Fiore, appuntamento che quest’anno sarà “diretto” dal noto architetto viterbese Raffaele Ascenzi, che promette di realizzare un perfetto connubio tra medioevo e natura, ispirandosi a quell’architettura tipica che ha caratterizzato i giardini e i monasteri nei passati secoli.
“Il cuore del centro storico di Viterbo fonda prevalentemente la sua immagine architettonica ed urbanistica su quell’ impianto medievale che ancora oggi definisce un “paesaggio urbano” in cui il rapporto tra la pietra degli edifici ed il verde si carica di suggestioni ed epifanie soprattutto da un punto di vista simbolico”, spiega Ascenzi illustrando un poco l’idea che caratterizzerà il prossimo San Pellegrino in Fiore.
“Se è vero infatti che la città nasce per dare riparo all’ uomo dai pericoli di una natura “selvaggia” e “maligna” – prosegue l’architetto – è altrettanto vero che una delle più formidabili espressioni della natura stessa, ovvero le piante, sono state per l’uomo strumento capace di farlo progredire e migliorare sotto i più svariati aspetti e campi che spaziano dall’ uso meramente scientifico e funzionale delle stesse fino ad arrivare ad un approccio più artistico e poetico che ancora oggi definisce il nostro immaginario collettivo”.
Ascenzi prosegue parlando proprio di Medioevo, il periodo storico che caratterizza gran parte di Viterbo, in particolare il quartiere di San pellegrino. “Esempio di quanto detto sono le architetture del Medioevo – argomenta – che, come sostiene Victor Hugo nel capitolo ‘Questo ucciderà quello’ all’interno del capolavoro letterario ‘Notre Dame di Parigi’ del 1831, sono state ‘…fino al quindicesimo secolo, il principale registro dell’umanità…’ e che ‘…non apparve nel mondo un pensiero un po’ complesso che non si sia fatto edificio…’ e che ‘… il genere umano…non l’abbia scritto in pietra’.”
Raffaele Ascenzi, patrono anche della prossima macchina di Santa Rosa “Dies Natalis” conclude, infine, parlando anche di coloro che fanno parte del suo team.
“Non fuggono pertanto da questa scrittura su pietra i fiori e le piante che nel Medioevo acquisiscono nelle architetture una forte connotazione stilistica, formale, decorativa e soprattutto simbolica a definizione di un testo che, seppur ermetico, è ancora oggi aperto a tutti – conclude – Nelle architetture della Città di Viterbo, capitelli, colonne tortili, modanature, trabeazioni e pavimenti trasudano di geometrie e forme prese in prestito dal mondo dei fiori e delle piante. Andrea Rodolico, Federico Ciatti, Francesco Moretti, Marco Porcorossi, Alessandro Scorza, Raffaele Ascenzi e per il grande aiuto ‘floreale’ Ferdinando Sciarrini. Non vediamo l’ora di iniziare ad allestire le Vie e le Piazze…Ci vediamo in centro!”