Viterbo – “L’arte e gli oggetti devono uscire dai musei”, nasce CREDI in Gradi, progetto dell’Unitus

Santa Maria in Gradi entra nel futuro riscoprendo il suo passato attraverso la digitalizzazione del suo patrimonio culturale

VITERBO – “L’arte e gli oggetti devono uscire dai musei e la digitalizzazione culturale regala questa possibilità: le università e i musei devono fare rete, mi auguro venga addirittura normata la collaborazione in questa direzione tra gli atenei e il Ministero della Cultura”.

Con queste parole Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero della Cultura, ha colto il senso di CREDI In Gradi, progetto finalizzato a promuovere la tutela, la conservazione, il restauro, la fruizione, la valorizzazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del complesso monumentale di Santa Maria in Gradi, sede dell’Università degli Studi della Tuscia. Tale programma di ricerca, finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito del Fondo Cultura 2021, è stato presentato questa mattina al Rettorato dell’Unitus, in occasione dell’avvio delle iniziative per il 45° anno dalla fondazione dell’ateneo viterbese. Presenti all’evento, oltre a Osanna, anche il magnifico rettore Stefano Ubertini; il direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco; Federica Cerroni della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Etruria Meridionale; Monica Cavalletti, dirigente dell’istituto “Francesco Orioli”. Al termine della presentazione è stato inaugurato il Laboratorio di archivistica e digitalizzazione dell’Unitus, diretto da Gilda Nicolai.

“Sono assai fiero di aver partecipato al bando del Ministero con il progetto CREDI In Gradi – ha spiegato poi il rettore Ubertini -, che ha attratto un milione di euro di finanziamenti, di cui 250mila di fondi Unitus. Ne sono fiero perché questo programma di ricerca ha unito più dipartimenti e docenti di discipline diverse, tra cui dieci donne. Non si trattava di un bando dedicato alle università, infatti solo quattro atenei italiani sono stati finanziati, e questo ci rende ancora più orgogliosi”.

“Sogno un luogo ideale in cui la docenza dei beni culturali non sia separata dal lavoro sul campo – ha detto Antonio Tarasco -. Qui all’Unitus cogliete in pieno questo spirito grazie alla digitalizzazione dell’archivio delle strutture storiche dell’ateneo realizzate in questo importante progetto”.

Federica Cerroni ha, poi, illustrato il progetto di restauro della Chiesa di Santa Maria in Gradi, sottolineando “la collaborazione tra Soprintendenza, Unitus e Ministero della Cultura non solo sul complesso di Gradi – ha detto – ma anche per altre sedi storiche dell’ateneo, con il coinvolgimento in tali programmi anche degli studenti per attività didattica, anche fuori dall’ateneo, come nel caso di Ferento”. “I progetti realizzati dai ragazzi del liceo artistico per CREDI In Gradi – ha aggiunto la preside Cavalletti – hanno uno spirito di sostenibilità oltre che artistico, proprio per stare al passo con il mondo che ci circonda”.

CREDI In Gradi, programma di ricerca tenutosi nel biennio 2021-2023, è coordinato da Ilaria Baffo, e i risultati sono stati resi noti questa mattina, illustrati dal team che ha seguito i diversi ambiti di ricerca. Andrea Colantoni, Eva Ponzi e Vera Anelli, per il percorso WP2 AR, hanno presentato la parte relativa alla realtà aumentata, il tour virtuale creato con gli avatar attivati attraverso i qr-code che si trovano nei totem all’ingresso dell’Unitus, nei chiostri e nel sistema museale di ateneo, all’interno del quale si possono trovare avatar virtuali anche di animali (cartoon) che accompagnano il visitatore nel percorso.

Per il percorso WP3 HMI-Raman, Claudia Pelosi e Ines Delfino si sono concentrate sulla caratterizzazione dei materiali del patrimonio di Santa Maria in Gradi, effettuata con il più attuale approccio diagnostico al bene culturale, attraverso le sofisticate e accurate tecnologie HMI (sistema di analisi multispettrale che, attraverso avanzati software di elaborazione delle immagini, consente di ottenere informazioni colorimetriche e radiometriche dalle immagini acquisite con elevate precisione) e Raman (spettroscopia basata sulla diffusione inelastica della luce, che permette di ottenere informazioni sulle vibrazioni molecolari e di identificare i componente del campione).

Per il percorso WP4 Biblio, Paolo Marini ha spiegato il processo di digitalizzazione dei volumi cartacei appartenenti al patrimonio librario di pregio del Sistema bibliotecario di ateneo, con l’acquisizione digitale di un corpus di circa 370 volumi pubblicati tra il XVI e il XX secolo, selezionati secondo un criterio di antichità e rarità dell’edizione: 27 cinquecentine; 22 secentine; 43 settecentine; 47 ottocentine (ante 1831); altri volumi del XIX e XX secolo di particolare pregio (tra cui la collezione completa della rivista “Primato”). Tali acquisizioni sono state effettuate nei formati jpeg e sono scaricabili in pdf.

Gilda Nicolai e Cristina Ricci hanno illustrato i WP5 Archi_Lab, laboratorio di archivistica e digitalizzazione, e WP7 Archi_Tec, archivio di ateneo. “Abbiamo acquistato il software sinapsi e uno scanner planetario e uno scanner rotatorio per acquisire e digitalizzare sia libri e opere che oggetti piccoli come monete – ha detto Nicolai -. Oggi verrà inaugurato il laboratorio di archivistica digitale che sarà a disposizione degli studenti per la didattica, ma anche per la consultazione tramite il sito crediingradi.it”. Ricci si è soffermata poi sulla spiegazione di come sono stati recuperati e ristrutturati i locali che accolgono laboratorio e archivi.

Per il percorso WP6 EcoD Luisa Carbone, Elena Kuzminsky e Mariagrazia Agrimi hanno illustrato le installazioni di ecodesign multimediali, comprensive di tecnologie innovative quali Human interface GIS, storytelling, gamification, voicemap come connettore culturale del paesaggio urbano di Viterbo nel complesso monumentale di Santa Maria in Gradi. Tali installazioni sono state progettate e realizzate dagli studenti del liceo artistico “Orioli” di Viterbo con materiali ecocompatibili, nel pieno rispetto dello stile del complesso e dell’identità visiva dell’Unitus, e sono state ideate per essere fruite dai visitatori. “Sono per tutta la città di Viterbo – ha sottolineato Carbone -, non solo per gli studenti, pertanto tutti sono invitati a venirci a trovare”.

Nell’ultimo intervento, quello di Chiara Moroni per WP8 Com, sono state illustrate le attività di comunicazione, attraverso disseminazione e narrazione, utilizzate per raccontare e promuovere CREDI In Gradi e il patrimonio culturale dell’ateneo. L’azione di comunicazione è stata finalizzata a far emergere patrimoni altrimenti nascosti e offre esperienze di fruizione, perseguendo l’obiettivo innovativo di condividere con cittadini, enti e associazioni culturali del territorio, scuole e altri centri di diffusione e divulgazione del patrimonio culturale e artistico l’esperienza della narrazione. Un’esperienza che non è solo descrittiva del patrimonio, ma che sollecita ed integra il legame tra ambienti e cultura locale, percezione e fruizione storico-tradizionale del bene e dei luoghi. In questo modo si esaltare la ricchezza e il valore culturale del complesso di Santa Maria in Gradi attraverso la dimensione esperienziale e l’“appropriazione” di un’altra percezione rispetto alla fruizione quotidiana dei luoghi. La nuova percezione viene costruita sulla conoscenza e sulla memoria condivisa dal basso e esperita attraverso diverse forme di narrazione. Cittadini, studenti e comunità sono stati raggiunti tramite sito web dedicato, social, ufficio stampa, seminari e convegni, video descrittivi. Per questa attività l’Unitus si è avvalsa della collaborazione di professionisti esperti del settore come Studio Iandiorio, SkylabStudios e architetto Alessio Patalocco.