Il magistrato Marina Mannu accompagnata dalla responsabile della Sovrintendenza ai beni culturali (molto attiva anche in politica contro il sindaco uscente) Margherita Eichberg dovranno rispondere alle querele di “Semi di Pace” e “Società Arte e Storia”
TARQUINIA – Questa mattina la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha effettuato un sopralluogo a viale Mediterraneo per verificare la veridicità delle accuse contenute nelle denunce-querele presentate dalle associazioni Semi di Pace e Società Tarquiniese Arte e Storia e le plurime segnalazioni fatte dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali per mano della dottoressa Margherita Eichberg.
A proposito di legalità bisognerebbe accertare il rispetto del contratto stipulato tra l’associazione del catechista “cubano” Luca Bondi e il Demanio regionale.
Non solo. Bisognerebbe anche verificare la conformità urbanistica dei manufatti esistenti all’interno dell’area di comunità.
L’avviso consegnato dal sostituto procuratore Marina Mannu a due tecnici comunali e al sindaco riguarda la presunta violazione dell’Articolo 181 Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) che recita testualmente: “Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa”.
Il sopralluogo è avvenuto nella massima collaborazione degli uffici tecnici che hanno fornito spiegazioni sull’intera procedura fin qui adottata e su quanto dovranno ancora fare per poter portare a termine i lavori appaltati.
Ovviamente viene subito in mente una strumentalizzazione per fini politici della cosa.
Semi di Pace con il suo catechista sono in piena campagna elettorale e stanno cercando di mettere insieme una lista di candidati a sostengo di Francesco Sposetti.
Anche la dottoressa Margherita Eichberg è molto attiva sui social dove dispensa “MI PIACE” ai candidati sindaco in contrapposizione con l’uscente Alessandro Giulivi.
Non deve essere stato facile per il sostituto procuratore Mannu capire quali realmente siano le contestazioni dei movimenti politici e dell’attivista politica in forza alla Sovrintendenza ai Beni culturali.
Infatti, il magistrato, si è trovata oltre 50 alberi già piantumati al posto dei pini abbattuti.
Nonostante le pressioni ricevute, il magistrato non ha ritenuto di dover sequestrare il cantiere che sta lavorando a ritmi vertiginosi per rendere la via presentabile in occasione della fiera delle macchine agricole che si svolgerà la prima settimana di maggio.
Per essere però avvocati del diavolo e portati per vocazione a non credere a chi si nasconde dietro l’associazionismo per fare politica siamo andati a rivedere un documento del Comune di Tarquinia (protocollato i data 2 novembre del 2023) che scriveva alla Eichberg una lettera dal seguente contenuto:
“In riscontro alla nota pervenuta in data 19 u.s. con la quale codesta Direzione esprime parere favorevole a condizione che “venga garantita la conservazione integrale dei due filari di pini mediante l’impiego di tecniche agronomiche idonee a contrastare/attenuare la problematica legata alle radici affioranti”, si ritiene necessario precisare quanto segue:
– Con Verbale del 01/12/2022 il Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico – Comando Provinciale di Viterbo, comunicava a questo Ente che in data 21/11/2022 “Il personale intervenuto ha rinvenuto che in molti punti le radici hanno causato il sollevamento della pavimentazione della pista ciclabile, marciapiedi e strada con conseguenti ovvi disagi alla circolazione di pedoni, disabili, ciclisti e veicoli. (…) episodi di danno alle tubazioni del sistema fognario di edifici vicini alle piante in argomento”;
– Con nota prot. 47123 del 07/12/2022 la Prefettura di Viterbo chiedeva a questo Ente di conoscere le iniziative intraprese e gli eventuali provvedimenti adottati e ritenuti opportuni;
– La strada denominata Viale Mediterraneo è di proprietà comunale, così come gli alberi in argomento;
– E’ nelle competenze dell’Ente effettuare valutazioni in merito alla manutenzione delle alberature avvalendosi della consulenza specifica di professionisti Agronomi i quali “possono stabilire la necessità di abbattimento o l’effettuazione di tagli conservativi, anche tenendo conto delle possibili e ragionevoli sollecitazioni derivate da avverse condizioni meteo”;
– In Viale Mediterraneo, come anche rilevato anche dai VV.FF., è oggettiva ed evidente la pericolosità del transito veicolare e ciclopedonale sulla carreggiata che non risulta più percorribile proprio per la presenza di sollevamenti nella pavimentazione;
– Dovendo rispondere ai principi ispiratori dell’attività amministrativa che, insieme alla legge costituiscono una guida ed un orientamento per il raggiungimento del fine pubblico, assoggettato non solo a norme specifiche per ogni singolo caso ma anche ad una rete di principi generali che assicurano l’adeguatezza della scelta adottata dall’amministrazione, quale ad esempio il Principio di precauzione mediante il quale la P.A. può adottare provvedimenti nei diversi casi in cui si prospetti un rischio, con nota prot. 47738 del 13/12/2023 il Comune di Tarquinia chiedeva al dott. Agr. For. Alessandro Eberle di redigere una Relazione Tecnica per accertare i danni e valutare
quali iniziative questa Amministrazione potesse porre in atto nell’immediatezza e nel futuro considerando anche la volontà politica di avviare un più ampio intervento di riqualificazione urbana del comprensorio del Lido di Tarquinia;
– Il dott. Agr. For. Alessandro Eberle redigeva l’allegata Relazione Tecnica nel mese di gennaio 2023 ed individuava le piante presenti in Viale Mediterraneo in “62 pini censiti nel catasto verde urbano di Tarquinia disposti ad una distanza media di circa 10 metri in quattro file sfalsate e per una lunghezza di circa 200 metri lungo il tratto compreso tra Viale dei Tritoni e Viale Porto Clementino. Il sito di impianto delle alberature risulta essere totalmente asfaltato, senza spazio libero per lo sviluppo delle radici le quali hanno in diversi tratti sollevato il manto stradale”;
– La Relazione Tecnica redatta, e che qui si allega, contiene un copioso materiale fotografico volto ad evidenziare il grave stato di dissesto in cui versa la strada in oggetto ponendo in capo all’Ente proprietario la responsabilità per la salvaguardia.
dell’incolumità pubblica e privata. La stessa si conclude affermando “Alla domanda se è possibile mantenere i pini domestici tagliando le radici e rifacendo in seguito il manto stradale la risposta è purtroppo negativa in quanto si andrebbe a compromettere la stabilità (delle piante) con rischio molto elevato (di schianto). Per la riqualificazione della strada è necessario dunque l’abbattimento e la sostituzione con alberi più idonei al sito di impianto quali platani o lecci”.
Preso atto di quanto affermato dal professionista incaricato, quale tecnico specialista in materia ambientale e, pertanto, qualificato ed in possesso di elementi conoscitivi certi sullo stato vegetazionale e di stabilità anche futura delle piante in questione;
Stante l’attuale pericolosità della strada sia per la percorrenza veicolare sia per quella ciclabile e pedonale, nonché per le abitazioni limitrofe;
Ricadendo in capo a questa Amministrazione la responsabilità dell’incolumità pubblica, della salvaguardia del decoro urbano e del patrimonio arboreo presente nel territorio comunale;
Con la presente, non essendo possibile garantire la conservazione integrale dei filari di pino mediante impiego di tecniche agronomiche certe, volte ad evitare schianti anche improvvisi dovuti alla rimozione degli apparati radicali, si conferma la necessità di dover procedere alla sostituzione completa degli esemplari di pino presenti in Viale Mediterraneo con alberi più idonei quali platani o lecci.
Bene, la Sovrintendenza ha “dormito” qualche mese ed ha risposto, chiedendo la revoca dell’ordinanza in autotutela, il giorno stesso che gli alberi era stati abbattuti.
Non sappiamo quanto sia utile ricordare il silenzio assenso che vige tra le pubbliche amministrazioni ma di certo la violazione di legge contestata all’amministrazione ha diversi commi e chiavi di lettura tra cui anche questo:
“L’art. 181 del Codice delinea, poi, reati di pericolo, per cui non è necessaria l’effettiva lesione del bene ambientale tutelato: “il delitto paesaggistico di cui all’art. 181, comma primo-bis, del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, al pari della contravvenzione prevista dal comma primo della citata disposizione, ha natura di reato di pericolo e non richiede, per la sua configurabilità, un effettivo pregiudizio per l’ambiente, potendo escludersi dal novero delle condotte penalmente rilevanti soltanto quelle che si prospettino inidonee, pure in astratto, a compromettere i valori del paesaggio e l’aspetto esteriore degli edifici (Sez.3, n.11048 del 18/02/2015, Rv.263289; Sez. 3, n.6299 del 15/1/2013, Simeon, Rv. 25449; Sez. 3, n. 28227 del 8/6/2011, Verona, Rv. 250971; Sez.3, n.34764 del 21/06/2011, Rv.251244 – 01)”.