VITERBO – Nei confronti del marito, un 42enne violento, è scattato il provvedimento dell’Ammonimento da parte del Questore di Viterbo.
Nell’ambito della costante attività preventiva svolta dalla Polizia di Stato per contrastare il fenomeno dei comportamenti violenti, il Questore di Viterbo, a seguito di una minuziosa istruttoria curata dalla Divisione Polizia Anticrimine, ha adottato il provvedimento dell’Ammonimento nei confronti di un quarantaduenne, originario di un paese della provincia.
Dagli accertamenti è emerso che l’uomo negli ultimi anni ha messo in atto frequenti atteggiamenti prevaricatori e vessatori nei confronti della moglie, anche di fronte alla figlia minore, quali offese ed insulti con epiteti volgari ed irripetibili. I comportamenti dell’uomo nel tempo si sono ripetuti in un crescendo di gravità ed in un susseguirsi di umiliazioni, fino a culminare lo scorso mese di marzo in una vera e propria aggressione che ha costretto la vittima a rifugiarsi a casa di una vicina.
In particolare, in uno degli ultimi episodi, l’uomo si è reso protagonista di una violenta
aggressione verbale inveendo con parole particolarmente ingiuriose nei confronti della donna, che si vedeva costretta a ricorrere in Codice Rosa alle cure mediche presso il pronto soccorso
dell’ospedale di Belcolle, ove le veniva riscontrato uno stato di agitazione psicomotoria.
Alla luce di quanto sopra, considerata l’urgenza finalizzata a far cessare immediatamente i comportamenti violenti, gli uomini della Polizia di Stato della Divisione Anticrimine hanno sottoposto l’uomo alla misura di prevenzione dell’Ammonimento. In virtù delle recenti modifiche apportate alla normativa vigente, qualora il soggetto ammonito reiteri la condotta sarà possibile procedere anche d’ufficio con una denuncia all’Autorità giudiziaria, anche nel caso in cui la persona offesa fosse diversa da quella per la cui tutela è stato adottato il provvedimento.
L’interessato non potrà chiedere la revoca dell’Ammonimento prima che siano decorsi tre anni dalla sua emissione senza ulteriori recidive ed aver dimostrato di aver preso parte ad appositi corsi riabilitativi tenuti da associazioni con le quali la Questura ha stipulato un protocollo operativo denominato “Zeus”, che comprende percorsi di riflessione sulle condotte moleste, come ad esempio il controllo e la gestione della rabbia.