VITERBO – Nel Lazio ci sono quasi 1000 beni confiscati alle mafie ma nemmeno la metà dei comuni ha pubblicato l’elenco di tali immobili e tra questi comuni inadempienti c’è anche quello di Viterbo.
A renderlo noto è la Rete degli studenti medi del Lazio che ha realizzato il report “Qui la mafia ha perso” in collaborazione con la Cgil di Roma e del Lazio e con Libera. Stando ai dati presentati, a Viterbo ci sarebbero ben 37 immobili confiscati e mai riassegnati. Di questi poco si sa e le amministrazioni locali, Comune di Viterbo in primis, non sembrano ancora interessate a rendere noti i dettagli.
Tullia Nargiso, della Rete degli studenti medi chiede che i Comuni rendano pubblici i dati sui beni confiscati, così da poter iniziare un lavoro capillare per restituire questi spazi alla collettività prima che deperiscano col tempo. Un concetto ripreso ed espanso anche da Tatiana Giannone, referente beni confiscati di Libera, ai microfoni dei Tg nazionali. “Quando non c’è trasparenza è sempre più difficile considerare un riutilizzo dei beni. Allo stesso modo, è vero che i comuni che mostrano tali dati ai cittadini sono considerati più affidabili e trasparenti”.
Come evidenziato, tuttavia, Viterbo non è tra i comuni che hanno deciso di divulgare tali informazioni. Eppure “dove c’è trasparenza c’è più partecipazione tra amministrazione e cittadini”, conclude Giannone, evidenziando come Viterbo e altre città abbiano perso il treno della trasparenza.