CIVITAVECCHIA – Dentro Forza Italia sta per iniziare una vera e propria diaspora che nel significato della parola di origine greca possiamo tradurre in “dispersione di un popolo nel mondo dopo l’abbandono delle sedi di origine”.
Già perché la scelta scellerata dell’attuale coordinatore del partito Roberto D’Ottavio è soltanto dettata sulla carta e sostenuta dal pontino Claudio Fazzone già artefice di disfatte storiche sul territorio civitavecchiese.
Forza Italia schierata con l’ex generale Paolo Poletti è una scatola vuota. Non c’è una lista. Non ci sono nomi. Gli unici che hanno i voti sono tenuti ai margine e non ne vogliono proprio sapere di allearsi con i Tidei solo per compiacere chi dalla politica non ha più nulla da chiedere.
Roberto D’Ottavio è un brav’uomo che per molteplici motivi sta spingendo gli azzurri nel baratro.
Le elezioni amministrative non sono come quelle politica. Per far capire meglio. Ci sono pochissimi voti di opinione. Tutto il resto è farina dei candidati.
Nel corso di questi cinque anni D’Ottavio, da seguace perfetto di Attila dei tempi moderni, ha perso tutto. Consiglieri, assessori, seguaci.
Ci vuole poco per metterli alla prova. Basta chiedergli cinque nomi a caso di chi possa rappresentare Forza Italia al momento attuale con il candidato Paolo Poletti per capire che stiamo difronte al nulla cosmico.
C’è il simbolo ma non ci sono uomini. Non ci sono nomi. Non ci sono prospettive. Non c’è futuro. Quelli che gli hanno sempre portato voti. Tanti voti. Non ne vogliono proprio sapere di buttarsi in una coalizione dove il rischio di non vedere eletto un solo consigliere è altissima.
Qualcuno dei più ostili, oggi, a viale Marconi ha detto: “Tornasse a Ciampino (D’Ottavio, ndr) che magari lì riesce a trovare qualche candidato”.
In effetti dopo le sortite fatte nei confronti di uno che di voti ce n’ha tanti come Buschini la dicono lunga sul modo di fare politica di Forza Italia in queste ultime settimane.
Schiacciato tra due sassi c’è il deputato Alessandro Battilocchio che da sempre indeciso e senza palle non ha la forza né il coraggio di uscire allo scoperto e dire le cose come stanno.
Ci penseranno gli elettori, quelli sì, a dare una purga a chi pensa di usare il simbolo di Forza Italia come se fosse un brand aziendale.
Tornando alla diaspora poniamo a D’Ottavio e Battilocchio una semplice domanda: chi sarà l’uomo forte candidato in Forza Italia in grado di portare centinaia di preferenze?
Aspettiamo con ansia una risposta.