Per portare avanti importanti progetti sociali, le associazioni no profit devono fare affidamento sull’aiuto di soci e volontari, nonché sulle donazioni, comprese quelle derivanti dal 5 per mille. Questo strumento finanziario, esistente dal 2006 ma stabilizzato solo nel 2014, consente ai contribuenti di destinare una parte dell’IRPEF a ONLUS come Medici Senza Frontiere o altre associazioni a patto che siano iscritte all’apposito elenco consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Decidere a chi donare il 5 per mille richiede molta attenzione, in quanto è importante individuare, tra tutte quelle autorizzate, una realtà seria e affidabile, della quale si condividano i principi e le finalità. In questo breve articolo andremo a scoprire come decidere a chi destinare questa piccola, ma importante somma di denaro.
A chi può essere donato il 5 per mille
Tanto per cominciare, è necessario capire quali sono le realtà che possono ricevere questo tipo di donazione. Come detto, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono presenti gli elenchi completi delle associazioni e degli enti accreditati.
Questi si dividono in enti e associazioni:
- di volontariato: in questo gruppo rientrano ONLUS, ONG, cooperative e consorzi sociali, associazioni per la promozione sociale e via dicendo;
- per la ricerca sanitaria: si tratta di quelle associazioni e di quegli enti attivi nel campo della ricerca medica;
- per l’università e la ricerca scientifica: in questo settore rientrano tutte le organizzazioni impegnate nella ricerca scientifica e universitaria;
- per lo sport dilettantistico: questo gruppo include enti e associazioni accreditate e riconosciute dal CONI.
Tra gli enti accreditati rientrano anche quelli impegnati nelle attività di tutela e promozione dei beni culturali e paesaggistici, nonché i Comuni. Per quanto riguarda questi ultimi, il contribuente può decidere di destinare il 5 per mille al proprio Comune di residenza, il quale si impegna a utilizzare la somma ricevuta per attività e iniziative di carattere sociale.
Come scegliere l’associazione alla quale devolvere il proprio 5 per mille
Il primo passo da compiere per stabilire a chi destinare il 5 per mille consiste nel decidere se donarlo a una specifica associazione o a un particolare settore. Nel primo caso, sarà necessario, in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi, indicare il codice fiscale dell’ente scelto; nel secondo caso, sarà sufficiente apporre la propria firma in corrispondenza della casella riferita al settore al quale si vuole destinare la quota dell’IRPEF.
Se si decide di sostenere una particolare associazione, si può, tanto per cominciare, dare un’occhiata all’elenco degli enti autorizzati. Questo passaggio permette di individuare le realtà tra le quali scegliere e, nel caso in cui si avesse a cuore una particolare associazione, di verificare se è inclusa tra quelle accreditate.
Fatto questo, è possibile visitare i siti web ufficiali delle associazioni di proprio interesse per verificare quali tipi di progetti sono stati finanziati, negli anni precedenti, con i fondi ottenuti tramite il 5 per mille. In questo modo si potranno individuare le realtà che più si avvicinano alla propria sensibilità e che si impegnano a dare risposta alle problematiche alle quali si è più sensibili.
Cosa succede se non si devolve il 5 per mille
Devolvere il 5 per mille a un ente benefico, una ONLUS o a un settore particolare è una libera scelta e non richiede nessun impegno economico aggiuntivo al contribuente. Oltre a questo, la donazione è del tutto anonima. Ciò significa che il beneficiario non conosce l’identità dei contribuenti che hanno devoluto il 5 per mille.
Chi, nonostante questo, preferisce non effettuare questa donazione, non deve fare altro che lasciare in bianco la parte del modulo 730, del CU o del Modello Redditi a esso dedicata. In questo modo, si pagherà la stessa somma di denaro ma l’intero importo andrà nelle casse dello Stato.