I saltimbanco della politica locale vanno da destra a sinistra passando per il centro in cerca di agnelli sacrificali
CIVITACCHIA – Una volta era l’azzurro il colore di Forza Italia (oltre il Tricolore). Adesso non ci si capisce più niente. Un vero e proprio arcobaleno che vede protagonista sui territori personaggi del calibro di Claudio Fazzone e Alessandro Battilocchio.
A Civitavecchia stanno con i comunisti e con Renzi passando per Tivoli col centrodestra unito. “Foto sorridenti e culi da sistemare” diceva il senatore Ciarrapico quando i saltimbanco gli chiedevano soldi e spazi sui giornali.
Non sappiamo se le cose sono rimaste come a quei tempi ma il dubbio è forte. Feroce.
Guardiamo i due casi limite. Iniziamo da Civitavecchia dove Forza Italia è stata protagonista di disfatte epiche con risultati di lista ottimi.
Già perché ai “capi” non interessa vincere a Civitavecchia. Serve altro. Non sappiamo cosa ma così è.
Come dimenticare l’elezione che vide candidato sindaco Andrea D’Angelo?
O ancora prima Moscherini preso in giro con deleghe farlocche e inutili.
Non a caso nella Città di Traiano mister preferenze Giancarlo Frascarelli con lady Mari (la più votata di sempre) hanno salutato gli “azzurri arcobeleno” e da tempo militano in Fratelli d’Italia.
Per la verità un big è rimasto (ma non sappiamo ancora per quanto). Parliamo di Massimo Boschini. Lui che era ed è l’ultimo baluardo di quella che una volta era una corrazzata è stato preso a pesci in faccia e umiliato dal coordinatore cittadino del partito, Roberto D’Ottavio che pretendeva dall’attuale sindaco che fossero allontanati dalla maggioranza perché nel frattempo lo aveva fatto lui dal partito d’imperio senza passare dai probiviri.
Alla lunga però qualcuno il conto lo sta presentando e sembrerebbe che, almeno dai rumors dei soliti ben informati, che i forza italioti non siano in grado di chiudere una lista. Servono 26 candidati. La soluzione potrebbe essere la fusione con Italia Viva che nel frattempo ha calato i primi assi nella manica.
Infatti Marietta Tidei ha puntato sul fedelissimo Ivan Magrì per sbancare nelle urne che andrà a fare coppia con l’avvocata Michela Spano.
Una buona base di partenza che potrebbe trovare spazi tra i “compagni” ribelli che seguono pedissequamente un che di politica ci capisce davvero e cioè l’onnipresente sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei.
Tutti attovagliati intorno al candidato sindaco (decisamente confuso) ex generale delle Fiamme gialle Paolo Poletti.
Confuso perché nel comunicato pre 25 aprile non si capisce bene se sia dalla parte degli anglo-americani che hanno bombardato Civitavecchia e provocato 400 morti o sia con gli americani che l’hanno (si fa per dire) dagli invasori nazi-fascisti.
Basta rileggere quelle righe scritte dalla spin doctor Monica Macchioni (nella foto) per capire che della storia della sua città conosce davvero ben poche cose:
“Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori del nord ancora occupati dai nazifascisti. Fortunatamente per Civitavecchia la guerra era finita 320 giorni prima, il 9 giugno del 1944, con l’ingresso delle truppe alleate in città, quattro giorni dopo Roma. Era anche la fine di un grande incubo. Con la media spaventosa di una volta ogni tre giorni, i bombardieri B 57 avevano oscurato da sud ovest i cieli della città abbandonata dopo la prima tragica incursione del 14 maggio del 43. Solo quel giorno ci furono 400 morti mentre 25 mila persone abbandonarono le loro case gravemente danneggiate rifugiandosi sulle colline“.
Adesso mancano poco meno di dieci giorni per presentare le liste e solo in quel momento si capirà con certezza il peso “arcobaleno” di Forza Italia che, a grandi passi, si accinge ad uscire dalla scena politica cittadina non riuscendo ad eleggere nemmeno un consigliere.