Per Frontini i coinvolti sarebbero anche tutti italiani: nulla di più falso, come confermato dagli arresti
VITERBO – “Da gennaio non si sono più registrati episodi di insicurezza nella zona del Sacrario e anche l’evento di ieri, i cui protagonisti sono tutti di nazionalità italiana e già 3 sono stati arrestati, avrebbe potuto avvenire ovunque perché animato da futili motivi”.
Con questa frase la sindaca Chiara Frontini ha cercato stamattina di spegnere gli animi dei cittadini in seguito alle proteste legate alla violenta rissa avvenuta nella serata di ieri al Sacrario.
Immancabili i commenti dei residenti della zona che hanno subito ricordato alla prima cittadina come molti altri eventi siano avvenuti in quell’area, in primis episodi di spaccio che giornalmente avvengono sotto gli occhi di moltissime persone.
Uno, “rendicontato” dalla Questura di Viterbo, è quello avvenuto a fine marzo quando è stato emesso un Daspo urbano per un 35enne straniero accusato di molestie ai passati per ubriachezza. Una vera goccia in un grande mare di episodi frequenti e che si estendono a tutto il centro storico.
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Tra l’altro, come fatto notare da altre persone, mentre la sindaca ha voluto sottolineare che i fermati per la rissa “i cui protagonisti sono tutti di nazionalità italiana e già 3 sono stati arrestati”, la realtà è ben diversa e racconta una verità sicuramente lontana da quella che evidentemente si manifesta a Palazzo dei Priori.
La polizia, nella serata di ieri ha tratto in arresto 3 persone per rissa aggravata: due italiani (pregiudicati) di 35 e 46 anni e un 33enne di nazionalità afghana. Un regolamento di conti, pare, avvenuto probabilmente come “vendetta” in seguito a un altro episodio violento che si era sviluppato tempo addietro tra le due bande rivali.
Un doppio scivolone per la prima cittadina, che conferma la sua totale assenza nel panorama cittadino e un contatto blando con le autorità, visto l’errore grossolano sulla nazionalità dei coinvolti e i loro (gravi) precedenti, che rendono la vicenda di ieri la conseguenza di una forte trascuratezza del problema sicurezza in città.
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