Il governatore della Liguria è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione nell’ambito di un’indagine della Dda di Genova. Gli episodi sarebbero avvenuti nell’ambito delle elezioni in Liguria e per le attività portuali
GENOVA – Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato insieme all’ex presidente dell’Autorità del sistema portuale Paolo Emilio Signorini, attuale ad e direttore generale di Iren, e all’imprenditore Aldo Spinelli.
La direzione distrettuale antimafia della Procura di Genova li accusa di “episodi di corruzione perpetrati in occasione di consultazioni elettorali”, oltre che nell’ambito delle attività portuali. Per il presidente Toti e per Spinelli sono scattati i domiciliari, per Paolo Emilio Signorini la custodia cautelare in carcere.
Il terremoto si sta abbattendo dall’alba di oggi su Genova, Spezia e la Liguria intera. E stando alle forze in campo schierate dalla Guardia di Finanza, sta facendo crollare un intero sistema: da una parte favori per aziende e imprenditori, dall’altra il ritorno in denaro sonante. Solo che per i pm genovesi, per il gip e per la Guardia di Finanza non si tratta di normali finanziamenti, ma di reati.
Di mazzette. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al tramonto del suo secondo mandato finisce ai domiciliari. Stessa sorte per l’uomo che ha tenuto in mano il porto per decenni, il terminalista Aldo Spinelli, noto in Italia anche per essere stato presidente di Genoa e Livorno.
Addirittura in carcere, invece, l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, che oggi è amministratore delegato del colosso delle multiutility Iren.
Lo stesso presidente della Regione Liguria, sospeso dal suo incarico in base alla legge Severino, oggi era atteso a Ventimiglia: avrebbe dovuto incontrare Flavio Briatore in occasione dell’apertura di un Twiga in riviera, uno di quegli eventi che hanno contraddistinto la Liguria del glamour e dei tappeti rossi veicolata nel decennio totiano.