“Attenzione a mitomani, clima sensazionalistico ed errori dottrinali” Ad essere giudicati anche i veggenti alla luce di “equilibrio psichico, onestà, sincerità, umiltà”
ROMA – Apparizioni mariane, arriva stretta del Vaticano. Dopo il clamore mediatico sulle, controverse, visioni celesti di Trevignano, in particolare il Dicastero per la Dottrina della fede ha varato le nuove norme “per discernere su apparizioni e altri fenomeni soprannaturali“.
Le nuove regole per valutare la veridicità ed effettiva soprannaturalità sono state diffuse oggi venerdì 17 maggio e affermano che sarà solo Papa Francesco a poter decidere “in via del tutto eccezionale” la dichiarazione di soprannaturalità.
Da oggi, né il vescovo locale né il Vaticano potranno più emanare “una dichiarazione circa la soprannaturalità del fenomeno”, cioè “la possibilità di affermare con certezza morale che esso proviene da una decisione di Dio“.
Al massimo potrà esserci “la concessione di un Nihil obstat”, ovvero una dichiarazione scritta rilasciata da un’autorità ecclesiastica o giuridica competente che attesta l’esistenza di certi presupposti.
“La Madonna non è un’impiegata delle Poste”, ha più volte ripetuto Bergoglio sulle presunte visioni a cadenza e orari fissi, e così anche i presunti veggenti dovranno essere giudicati in base a “equilibrio psichico, onestà, rettitudine nella vita morale, buona fama, credibilità, oltre a docilità abituale verso l’autorità ecclesiastica, la disponibilità a collaborare con essa, la promozione di uno spirito di autentica comunione ecclesiale”.
Freno al clima sensazionalistico
Il Vaticano, nelle nuove norme sulle apparizioni, chiede anche che nella fase di discernimento, si ponga un freno al “clima sensazionalistico” che spesso accompagna i presunti fenomeni soprannaturali. “Il Vescovo diocesano – è scritto nel documento – abbia particolare cura nel contenere, anche con i mezzi a propria disposizione, manifestazioni religiose confuse, o la divulgazione di eventuali materiali attinenti al presunto fenomeno soprannaturale (ad esempio: lacrimazioni di immagini sacre, sudorazioni, sanguinamenti, mutazione di ostie consacrate, ecc.), al fine di non alimentare un clima sensazionalistico”.
Fedeli non obbligati a credere alle apparizioni
Altro importante aspetto, chiarito nella dichiarazione, è che per i fedeli non c’è un “obbligo” a credere alle presunte apparizioni, anche quando il giudizio della Chiesa non è negativo. “Nel caso in cui venga concesso, da parte del Dicastero, un Nihil obstat, tali fenomeni non diventano oggetto di fede – cioè i fedeli non sono obbligati a prestarvi un assenso di fede -, ma, come nel caso di carismi riconosciuti dalla Chiesa, rappresentano delle vie per approfondire la conoscenza di Cristo e per donarsi più generosamente a lui, radicandosi nel contempo sempre più nella comunione con tutto il Popolo cristiano”.
Fenomeni a danno dei fedeli
Se in alcuni casi i fenomeni di presunta origine soprannaturale hanno “un valore pastorale” che il vescovo diocesano deve “apprezzare”, “allo stesso tempo bisogna riconoscere che in alcuni casi di eventi di presunta origine soprannaturale si rilevano delle criticità molto serie a danno dei fedeli e in questi casi la Chiesa deve agire con tutta la sua sollecitudine pastorale”.
Il riferimento, non esplicitato ma detto sottotraccia, è a diversi casi di “apparizioni miracolose”, di cui è ricca anche la cronaca recente, che hanno suscitato tanto clamore nei territori che li hanno riguardati e che sono stati oggetto di inchieste giornalistiche, oltre che di inchieste della magistratura, col rischio di profilare comportamenti delittuosi.
Errori, riduzionismi del Vangelo e mitomania
Il Vaticano mette in guardia anche contro “la possibilità di errori dottrinali, di indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario, ecc. Da ultimo, esiste pure la possibilità che i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito ad un’iniziativa divina, ma che è soltanto frutto della fantasia, del desiderio di novità, della mitomania o della tendenza alla falsificazione di qualcuno”.
Fenomeni per trarre lucro, potere, fama
“Attenzione a un uso di simili fenomeni per trarre lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale, che può arrivare persino alla possibilità di compiere atti gravemente immorali o addirittura come mezzo o pretesto per esercitare un dominio sulle persone o compiere degli abusi” si legge ancora nel documento.
b.f.