“Io non arrivo terzo: se non arrivo al ballottaggio è perché vinco al primo turno”
TARQUINIA – Renato Bacciardi ha tenuto la sua prima conferenza stampa come candidato sindaco al Camping Tuscia, dove ha presentato il suo programma politico alla stampa.
“Io non arrivo terzo: se non arrivo al ballottaggio è perché vinco al primo turno”, ha dichiarato Bacciardi con sicurezza, indossando un completo blu elettrico. Ha chiarito la sua posizione in risposta alle domande della stampa: “Mi sento equamente distante sia da Giulivi che da Sposetti e in caso di secondo turno non chiederò alleanze a nessuno. Non si fanno prigionieri: il ballottaggio è una partita politica diversa dal primo turno, con scelte di voto diverse.”
Bacciardi ha inizialmente parlato dell’aspetto politico: “Il nostro è un progetto civico, senza partiti che ci appoggiano. Un progetto che parte dalla società civile per far risorgere una Tarquinia in cui i partiti politici l’hanno fatta da padrone, portandola in una fase di stallo.” A chi gli faceva notare che in lista ci sono persone che si erano schierate con i partiti fino a poco prima della candidatura, ha risposto: “Non ho scippato nessuno: in una serie di colloqui e trattative, credo di essere stato la persona più inclusiva. Qualcuno ci ha creduto e si è spostato sul mio nome, senza ricatti e senza aver promesso poltrone in anticipo. Chi è venuto lo ha fatto perché crede in un progetto, spogliandosi dell’appartenenza politica per vestire i panni di un progetto civico.”
Il riferimento era a Roberto Benedetti che ha lasciato la Lega per abbracciare il progetto civico. Adesso per il partito di Salvini si apre una nuova partita e soprattutto un commissariamento visto che rischia di uscire con la casella a zero al prossimo appuntamento per le Europee.
Ha poi introdotto il programma: “Non è un libro dei sogni, ma nemmeno un compitino elettorale: un buon lavoro da leggere e completare con le idee e proposte dei nostri compaesani, dialogando, ascoltando e collaborando per un programma prima condiviso, poi realizzato assieme a tutti.”
“Parto dal Lido,” ha continuato Bacciardi, “dove la mia attività festeggia quest’anno 50 anni di vita. Anni in cui nessuno ha mai davvero investito sul Lido, che invece oggi ha bisogno di servizi per la collettività: dal sociale al sanitario. Penso a potenziare l’ufficio comunale, ma anche a studiare per il Lido un punto per la Polizia locale e un presidio dei Vigili del Fuoco.”
“Tarquinia è una città unica e tutti dovremmo viverla nella sua totalità,” ha aggiunto. “Secondo noi, tutti dovrebbero potersi spostare senza bisogno di app o semafori. La città è di tutti i tarquiniesi, per cui la ZTL va prima tolta, quindi ristudiata, ma senza costringere i cittadini a dare indicazioni personali, limitandone la privacy, per girare nelle strade della propria città. E serve un parcheggio fuori dalle mura: senza, il centro storico non può vivere.”
Ha poi toccato temi sociali: “Tarquinia diventerà la città dei Cuori Blu”; ambientali: “massima attenzione a tutti gli inquinamenti, dalle acque all’aria sino ai fossi”; e di eventi: “da programmare e calendarizzare annualmente,” il tutto descritto in un volumetto alfabetico.
“Mi preme molto l’idea di un polo scolastico unico, nell’area di terreno di fronte alla Coop,” ha proseguito. “Materna, elementari e medie assieme, decongestionando la viabilità e riducendo l’inquinamento. Al posto delle attuali scuole elementari, pensiamo a una RSA, a due passi dall’ospedale e con un parcheggio vicino. Alle scuole medie Sacconi, un ostello della gioventù per ripopolare Tarquinia di giovani, legandolo a progetti per due corsi universitari in città, non solo legati al mare ma anche alla conservazione dei beni archeologici. Infine, destineremo la scuola Dasti a uffici per le forze dell’ordine, compresi i Carabinieri, per destinare la caserma attuale ad altri scopi e aprire il passaggio che va da via Garibaldi a via della Caserma per una nuova viabilità pedonale.”
Infine, sull’urbanistica: “La battaglia importante con la Regione sarà per eliminare il PAI, altrimenti la città resta ingessata. E una promessa la faccio: quella di trasformare la zona artigianale e commerciale in zona mista, così i capannoni potranno avere una destinazione urbanistica diversa, da commerciale a artigianale, per rilanciare il commercio a Tarquinia.”
Alla domanda sul porto, ha risposto: “Non dico nulla contro, si tratta di una magnifica realizzazione. Ma prima dalla regione serve passaggio importantissimo: come dicevo prima, se non si toglie il Pai, il porto, così come il frazionamento di qualsiasi capannone, sarà difficile da fare. E secondo me non si farà con soldi pubblici, ma serviranno fondi privati: difficile realizzare un’opera simile con un investimento così ingente da parte del comune.”