Sonnino (Lt) – Caso Iannotta, lasciata morire di stenti la zebra “confiscata” mentre continuano “sfratti anomali” e strani furti alla Dirty Glass

Mentre  il perito nominato dalla  Corte d’appello verifica gli errori del decreto di confisca non definitiva,  l’amministratore giudiziario su ordine del Tribunale di Roma sfratta la moglie del proposto (malata oncologica) dall’immobile confiscato e il giorno dopo un gruppo di persone “autorizzate” svuotano l’appartamento a fianco attinto dallo stesso decreto di confisca. Soprattutto lascia che gli animali muoiano di fame senza intervenire

SONNINO (LT) – Quello che sta accadendo alla famiglia di Luciano Iannotta ha dell’incredibile. Una storia che merita di essere attenzionata seriamente dalla DNA Nazionale per mettere una volta per tutte la parola fine ad una situazione grottesca.

Luciano Iannotta è stato sottoposto a misure di prevenzione da parte dell’Antimafia a seguito dell’inchiesta “Dirty Glass“.

Gli viene sequestrato tutto, compreso le pensioni di invalidità della famiglia di Iannotta e della moglie Sandra Cecconi malata oncologica ai quali spetta comunque il sussidio obbligatorio al preposto ma che, ad oggi, non è stato mai erogato.

Tolte tutte le entrate economiche come prevedono le misure di prevenzione, viene lasciata a carico della famiglia Iannotta per oltre due anni la cura e gestione di oltre 50 animali da cortile di grandi dimensioni che, ovviamente, si sono ridotti pelle ossa e stanno morendo di fame.

 

La famiglia e costretta ad allevare gli animali con fieno, foraggi ed energia perché nelle more il tribunale di prevenzione ha disattivato tutti i contratti per la corrente. La famiglia Iannotta ha l’obbligo di mantenerli ma non li può toccare, macellare, vendere, regalare. Niente.

 

Animali che andrebbero aiutati a vivere o assegnati a qualche associazione per evitare loro atroci sofferenze e condizioni non accettabili al giorno d’oggi. A nulla sono serviti i ripetuti appelli di questa famiglia che, nel frattempo, ha generato un credito a favore a loro valore e nei confronti della procedura di oltre 40 mila euro, ma vengono ignorati.

 

L’appartamento di fronte alla Cecconi prima dello sfratto

L’appartamento di fronte alla Cecconi a dieci giorni dallo sfratto

E’ iniziata nel frattempo una lunga battaglia legale ma, nelle more di questa situazione Sandra Cecconi (moglie di Iannotta) e la figlia non sono state in grado di fare fronte al pagamento canone mensile (300 euro) da versare all’amministratore giudiziario (parliamo di un totale di appena 7.500 euro) per continuare a vivere nel loro appartamento e così, con una procedura velocissima, vengono buttati fuori casa. Tolte le chiavi non viene concesso loro nemmeno di prendere tutti gli effetti personali.

Questo il documento:

RICONSEGNA CHIAVI CECCONI

A distanza di pochi giorni dallo sfratto la donna avvertita da un inquilino si è accorta che qualcuno stava smontando e svuotando il grande attico di 200 mq di tutta la mobilia e arredi di fronte al suo. Quello sequestrato.

Di corsa è andata a sporgere denuncia ai carabinieri di Terracina che in un primo momento non hanno preso il carico la nota e, nel frattempo, la donna, con grande sorpresa, scopre che a svuotare l’appartamento, come riferito dalla donna “su presunta autorizzazione dell’amministratore giudiziario Francesco Giovanni Ciro Esposito“.

Durante una delle discussioni una delle persone “autorizzate”  avrebbe esclamato più volte e con ferma determinazione alla sig.ra CECCONI ma che fai casino a fare tanto qui ad Ottobre sarà tutto confiscato dal giudice della Corte d’appello di Roma”.
SEGNALAZIONE TOZZI (1)

Tornando ai fatti sembra che Tribunale di prevenzione per il tramite del responsabile dei gestione dei beni confiscati abbia “autorizzato” terze persone ad asportare beni del valore di decine di migliaia di euro dal patrimonio confiscato, proprio il giorno dopo aver sgomberato con la minaccia della forza pubblica la signora CECCONI moglie di Luciano Iannotta (una donna malata oncologica che è rimasta ad accudire i suoceri anche loro vecchi e malati),  per non aver saldato all’amministratore giudiziario debito di 300 euro al mese per un totale di circa 7000 euro, somma che la signora Cecconi ha più volte dichiarato di voler pagare previa compensazione con i crediti generati dalla gestione.

A riprova della forte pressione sulla vicenda da parte di fattori ambientali, nella notte del 26 maggio,  come se non bastasse tutto ciò, un gruppo di circa 6/8 persone si è introdotto all’interno degli uffici della Italy Glass S.p.a. in liquidazione anch’essa oggetto del patrimonio colpito da confisca non definitiva  e li hanno completamente devastati.

La signora Cecconi, nel cuore della notte, ha chiamato i Carabinieri per un sopralluogo e si è recata ancora una volta fiduciosa presso la stazione dei CC di Terracina per denunciare il fatto ma questa volta, cioè dopo la prima denuncia di sottrazione illegale dei beni dall’immobile confiscato di pochi giorni prima, si è sentita rispondere che Terracina non è la stazione competente per territorio; il fatto non ha certamente fatto arretrare la donna, che ha successivamente provveduto a dare seguito alla denuncia spinta sia dal timore per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, sia soprattutto per non trovarsi un domani a rispondere insieme al nucleo familiare per fatti indipendenti dalla volontà della famiglia Iannotta.

Il dubbio che si tratti di fatti molto sospetti è legato alla circostanza precisa che il gruppo di persone introdotto nottetempo negli uffici della Italy Glass ha rubato solo carte, atti e documenti delle aziende confiscate,  semmai utili nel giudizio pendente in Corte di appello sugli errori del decreto di confisca, ma certamente privi di utilità economica per qualunque ladro del mondo.

Cosa sta accadendo a Latina?

Perché questo accanimento nei confronti di Iannotta costretto a vivere e fare modesti lavori a Londra per mantenere quel poco che gli è rimasto per non far morire di fame la famiglia?

Possibile che la Procura di Perugia ancora non si è interessata a questo caso nonostante le ripetute segnalazioni e denunce pervenute?

Ci sono troppe anomalie e cose che non tornano. Dalla svendita di auto di lusso come la Porsche, ai mezzi di lavoro. C’è qualcosa che non torna e sarebbe il caso che qualcuno ci mettesse le mani una volta per tutte.