TARQUINIA – La comunità di Tarquinia e anche diversi amici di Viterbo si sono ritrovati in una chiesa del Duomo gremita per dare l’ultimo saluto a Roberto Cattaneo, il 56enne che ha perso la vita a seguito di un incidente in moto avvenuto il 17 maggio sull’Aurelia bis, all’altezza di Monte Romano. Ad accoglierlo colleghi dell’esercito, dove l’uomo prestava servizio, che lo hanno salutato con il picchetto d’onore, tutti stretti intorno al dolore della moglie Federica e dei figli Alessio e Angelo, del fratello Maurizio e di tutta la famiglia, per ricordare la bontà e il sorriso che lo hanno sempre contraddistinto.
A celebrare le esequie, l’amico di famiglia don Roberto Fiorucci. “Non esiste un perché ad una simile tragedia. – ha sottolineato il parroco – se non quella della dimensione eterna – La morte non canta vittoria; non ha l’ultima parola. Perché c’è la resurrezione. Questo non significa che non dobbiamo piangere, perché i sentimenti non vanno soppressi. Ma bisogna ricordare che Gesù ci dice che nella bara non c’è Roberto ma il corpo di Roberto. La vita non è solo materia ma è anche spirito, e lo spirito è destinato a proseguire nell’eternità di Dio. Roberto continuerà a tenere fissi gli occhi su di voi figli e moglie e su tutti i suoi cari».
Tanti i ricordi di amici e parenti. Un rappresentate dell’esercito ha inoltre recitato la preghiera dell’aviatore:
“Dio di potenza e di gloria, che doni l’arcobaleno ai nostri cieli, noi saliamo nella tua luce, per cantare, col rombo dei nostri motori, la tua gloria e la nostra passione.
Noi siamo uomini, ma saliamo verso di te dimentichi del peso della nostra carne, purificati dei nostri peccati. Tu, Dio, dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile, per portare, ovunque tu doni la luce, l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma.
Fa, nella pace, dei nostri voli il volo più ardito; Fa, nella guerra, della nostra forza la tua forza, o Signore; Perché nessuna ombra sfiori la nostra terra. E sii con noi, come noi siamo con te,
per sempre”.
Un grande applauso ha chiuso la celebrazione. Poi il feretro – sul quale è stata posizionata una sua fotografia e la sciarpa della Lazio, sua squadra del cuore -, è stato accompagnato all’esterno della chiesa, accolto nuovamente dal picchetto d’onore.