ROMA – “La Casa Circondariale di Roma Regina Coeli sta attraversando il periodo più buio della sua esistenza” è quanto afferma Giuseppe Moretti, Presidente dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria, Uspp. “La situazione attuale è davvero critica, con un sovraffollamento dei detenuti pari al 180%, che costringe il carcere a dover far occupare i locali adibiti ai momenti di socialità dei detenuti per sopperire alla carenza dei posti letto delle stracolme stanze detentive, e una forza effettiva di agenti di polizia penitenziaria addetti alla loro sorveglianza deficitaria del 40% rispetto alla dotazione organica prevista, a causa di impieghi diversificati, dentro e fuori dal carcere, di assenze del personale a vario titolo e di un organico disponibile di poliziotti, anche delle qualifiche superiori, dei Sovrintendenti e degli Ispettori, inferiore alle previsioni ministeriali” prosegue il sindacalista.
“Se a tutto ciò aggiungiamo i numerosi eventi critici che si verificano, come i frequenti episodi di violenza tra detenuti e di aggressioni al personale penitenziario e sanitario, i ripetuti tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari, i faticosi piantonamenti nei luoghi esterni di cura, che i colleghi devono fronteggiare nell’arduo tentativo di mantenere i più elevati livelli di sicurezza e di garanzia del rispetto della legalità e dell’ordine interni, ecco che il quadro delineato diventa ancor più preoccupante”, aggiunge Francesco Laura, Vice Presidente del sindacato USPP, già Comandante dell’istituto penitenziario capitolino.
Per Moretti “occorre prendere atto di questa difficile situazione e per questo l’USPP chiede un concreto e immediato intervento, in vista della prossima mobilità del personale del Corpo, da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per l’invio di almeno 40 unità di personale di Polizia Penitenziaria ed un considerevole trasferimento di detenuti in altri istituti penitenziari, anche fuori regione, considerato lo stato di sovraffollamento complessivo del Lazio, e da parte del Provveditorato Regionale, l’elevazione dei parametri ordinari, perché è inaccettabile richiedere il sacrificio agli agenti di svolgere turni massacranti di lavoro prolungato senza neanche il pagamento di quanto potrebbe spettare in presenza di acclarate condizioni emergenziali”.