Soriano nel Cimino – Morte di Maurizio Giorgetti: con lui scompare una parte di verità sul caso “Orlandi”

SORIANO NEL CIMINO – È scomparso a 70 anni Maurizio Giorgetti, una figura controversa e enigmatica legata ai misteri della Banda della Magliana e all’estrema destra romana. La sua morte rappresenta la fine di una vita turbolenta, ma porta con sé anche il silenzio su alcuni aspetti del rapimento di Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983.

Nel 2010, Giorgetti fece le prime rivelazioni sul caso durante la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” e successivamente in Procura. Si era presentato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al sostituto Simona Maisto con una ricostruzione degli eventi che collegava il rapimento della giovane cittadina vaticana alla Banda della Magliana. Secondo Giorgetti, Emanuela sarebbe stata rapita per recuperare 15 miliardi di lire appartenenti a Manlio Vitale, detto “Er Gnappa”, un ex membro della banda arrestato di recente.

Le Rivelazioni e il loro impatto

Le dichiarazioni di Giorgetti, tuttavia, non furono mai considerate attendibili. Mancavano riscontri materiali e testimoniali sufficienti, e Giorgetti finì per essere imputato con l’accusa di falsa testimonianza. Nonostante questo, continuò a sostenere la sua versione, affermando che alcuni dettagli delle sue dichiarazioni erano stati confermati successivamente da Sabrina Minardi, ex amante di Enrico de Pedis, “Renatino”, un altro membro di spicco della banda.

Minardi aveva raccontato agli inquirenti di essere stata testimone di eventi cruciali legati alla sparizione di Emanuela Orlandi, tra cui presunti spostamenti del corpo della ragazza. Anche queste testimonianze furono giudicate non credibili dalla Procura, che nella richiesta di archiviazione della seconda inchiesta giudiziaria nel 2015, sottolineò le contraddizioni e le inverosimiglianze delle dichiarazioni di Minardi.

Legami con la Banda della Magliana

La figura di Giorgetti era strettamente legata a quella dei boss della Magliana. Raccontò di essere stato a cena con Renatino e Franco Giuseppucci, “Er negro”, pochi giorni prima del rapimento di Emanuela. Durante quella cena, secondo Giorgetti, i boss avrebbero discusso di un sopralluogo in un appartamento vicino al Vaticano, dove la ragazza sarebbe stata tenuta prigioniera nei primi giorni. Anche queste affermazioni, però, non trovarono mai riscontro.

Nonostante le sue affermazioni non abbiano mai portato a sviluppi concreti, alcuni dettagli forniti da Giorgetti trovarono riscontro nelle indagini, creando ulteriori dubbi. L’avvocato Nicotera ha precisato: «Alcuni dettagli forniti da Giorgetti negli anni hanno poi trovato riscontro. In parte anche nelle dichiarazioni successive di Sabrina Minardi».

Anni Turbolenti e Isolamento

Giorgetti visse anni difficili, caratterizzati da malattia e isolamento. Negli ultimi anni si trasferì a Soriano nel Cimino, dove continuò a chiedere di essere ascoltato dai carabinieri, spesso con esiti tumultuosi che gli valsero ulteriori denunce e processi. Anni turbolenti che hanno trasformato Giorgetti in un personaggio sempre più eccentrico e, forse, più solo. Lontano dagli scintillanti anni ’80, quando trascorreva le sue giornate nel bar di via Chiabrera, il punto di ritrovo per Renatino, Er negro, Danilo Abbruciati “Er Camaleonte”, Antonio Mancini “Accattone” e Marcello Colafigli “Marcellone”. Qui aveva stretto le prime amicizie pericolose, per poi militare con l’estrema destra di Paolo Signorelli e Adriano Tilgher.

Un enigma irrisolto

Pietro Nicotera, l’avvocato che lo seguì negli ultimi anni, ha commentato: «Con la sua morte cala definitivamente il silenzio su qualche verità del rapimento di Emanuela Orlandi». Nonostante le dichiarazioni di Giorgetti siano state considerate inconsistenti dalle autorità, alcuni aspetti del caso da lui citati sono rimasti inspiegabili, aggiungendo ulteriori ombre su una vicenda già avvolta dal mistero.

La morte di Giorgetti chiude un capitolo della storia sulla sparizione di Emanuela Orlandi, lasciando aperti molti interrogativi. La sua vita, intrecciata con quella dei membri della Banda della Magliana e con il caso della “Vatican girl”, rimane un enigma, destinato a rimanere tale.

Una storia sospesa quella sulla sparizione Orlandi: una narrazione piena di punti bui che sono destinati a rimanere tali.