Sparare sulla Croce Rossa a Cinque Stelle. Probabilmente non vedeva l’ora di farlo Beppe Grillo, fondatore del Movimento insieme alla famiglia Casaleggio e oggi garante messo nell’angolo, almeno politicamente parlando, dal presidente Giuseppe Conte.
Dopo la disfatta Europee, con il partito “ad personam” dell’ex premier che ha racimolato il 9.9% delle preferenze, arrivando poco sopra Forza Italia e Lega, Grillo lancia una serie di siluri contro Conte, a pochi giorni di distanza dallo scontro Di Maio-Di Battista e dai rumors, addirittura alimentati dal Fatto Quotidiano, sulle possibili dimissioni dell’ex avvocato del popolo. Lo stesso Grillo che mesi fa, ospite da Fazio a “Che tempo che fa”, ammise di aver peggiorato il Paese con la sua creatura politica.
E’ la prima volta che lo fa, a una settimana esatta dall’esito, disastroso, del voto. Durante il suo spettacolo, ‘Io sono un altro, in programma al teatro di Fiesole (Firenze), il comico è scatenato: “Ho incontrato Conte, mi ha fatto un po’ tenerezza. Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo”. Poi parla del fu Movimento, “vaporizzato” grazie alla gestione Conte: “Non è più il momento di gridare, è l’epoca di Conte, è una persona moderata. Il Movimento che abbiamo fatto forse non c’è più, dicono che forse siamo vaporizzati, forse è la parola giusta. Abbiamo fatto delle cose meravigliose”. Un attacco che arriva a poche ore di distanza dalle parole dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi che ha ‘consigliato’ a Conte di tornare alle origini del partito, quando si era “alternativi al sistema”.
Grillo è scatenato e, se da una parte continua a riservare frecciate al presidente del partito da lui fondato, dall’altra si complimenta con l’attuale premier, la “psiconana” Giorgia Meloni, stesso “nomignolo” che riservata al suo ex nemico Berlusconi. “Mi piace la psiconana, ha anche senso dell’umorismo. La battuta che ha fatto a De Luca è stata strepitosa, l’avrei abbracciata”. Da qui il nuovo attacco: “Dovremmo riconquistare un po’ di senso dell’umorismo, poi basta che parli 15 minuti con Conte e ti passa, perché è un accademico, un professore, un avvocato”.
Chiusura dedicata alla giustizia e alla condanna dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino per i fatti di Piazza San Carlo del 2017 dove morirono due donne e rimasero ferite oltre 1.600 persone, radunate davanti al maxischermo per la finale di Champions League Juve-Real. La Cassazione ha confermato la condanna per Appendino, da ricalcolare nel corso di un processo d’Appello bis: “È l’unica condannata per una disgrazia a Torino, il prefetto e il questore no, la polizia no”.