La squadra, in preparazione per le Olimpiadi di Parigi 2024, ha portato i valori della condivisione in città(VIDEO)
VITERBO – Ritiro della Nazionale italiana di scherma paralimpica, questo il grande privilegio che sta vivendo questi giorni la città, in vista dell’appuntamento sportivo più prestigioso dell’anno, le Olimpiadi di Parigi 2024. Team azzurro che sta meticolosamente preparando il grande appuntamento presso l’Hotel Terme Salus. Oltre agli allenamenti, un carnet d’eventi disegnati ad hoc a braccetto tra la Nazionale ed il Comune di Viterbo stesso col suo assessorato allo sport, denominati “Io e te sulla stessa pedana” che prevede appuntamenti all’insegna dell’accessibilità e dell’inclusività per avvicinare valori, cittadini e sportivi di grande successo, Come la serata di ieri, dove a Piazza della Repubblica, si sono presentati tutti gli atleti azzurri capeggiati dalla loro iconica figura di spicco, Bebe Vio. Celebrato lo spirito di squadra, della forza e della determinazione che accompagna i ragazzi e i loro preparatori atletici. Esperienze raccontate in una piazza che si è emozionata di fronte alla loro forza morale e fisica, come la testimonianza del campione Emanuele Lambertini, (nella foto sopra) 24 enne nato con una rarissima malformazione vascolare alla gamba destra e che dopo dolorose ed incessanti cure è dovuto arrivare all’amputazione dell’arto all’età di 8 anni e mezzo. Da allora in avanti “Ema”, come lo chiamano in squadra, ha avuto una crescita vitale, emotiva e fisica che lo ha trasformato in un ragazzo vivace, estroverso e sempre sorridente. Ha iniziato a suonare il pianoforte a 12 anni da autodidatta ed oggi compone musica, studia ingegneria e parla le lingue. “Suona il piano, parla francese e fa sognare tutte le donne”, dichiarano scherzando i colleghi. Ed è lui a rispondere alla domanda della consigliera Francesca Pietrangeli che ha presentato la serata: “C’è qualcosa nel vostro percorso di campioni che non rifareste?”
“E’ un ottima domanda. Della mia storia non vorrei cambiare niente, né sconfitte, né vittorie, tutto fa parte del mio vissuto, ho combattuto otto anni contro una malattia che peggiorava di giorno in giorno e che mi stava togliendo lentamente la vita. Se potessi tornare indietro ti faresti amputare la gamba? Avresti voluto una vita senza la malattia? Mi chiedono molti e io rispondo senza timore di no. Tutto quello che sono e faccio oggi è frutto di ciò che mi è capitato e se posso vedere la luce è perché ho conosciuto l’oscurità. Quindi impariamo ad apprezzare tutto della vita, non solo ciò che ci piace“. (minuto 9.46).
A prendere la parola è stata poi una riservata Bebe Vio (minuto 18.20): “Rappresentare la nazione alle olimpiadi è qualcosa di molto più grande di te perché rappresentiamo tutti quelli che credono in noi. Lo scopo, inutile nasconderlo, è riuscire a vincere e cantare la canzone più bella del mondo: L’inno di Mameli”.
Viterbo, nei valori intrinsechi dello sport, per una collaborazione, quella tra la città e la Federazione Italiana Scherma Paralimpica, ormai sempre più forte, presente e futura.
b.f.