Viterbo – Da agosto cattura e abbattimento dei cinghiali, la Lav contro tutto ciò che è stato (e non) fatto

 

VITERBO –  Dai proclami in consiglio comunale ai fatti. Il mese di agosto dovrebbe essere quello decisivo per mettere fine al problema ungulati “per le vie del centro”.

“E’ imminente una risoluzione al 90%” con un modo meno invasivo che comporta sempre l’abbattimento dell’animale attraverso dei dardi narcotizzanti” aveva dichiarato il consigliere Marco Nunzi, mentre proseguono i confronti con Prefettura, Provincia e ASL. “Un problema che non potrà essere risolto per sempre, ma si proverà ad arginarlo in maniera decisa”.

A non essere d’accordo le associazioni animaliste come riportano le dichiarazioni della LAV Viterbo:

“Apprendiamo oggi, con grande sconforto, che a Viterbo, da agosto inizieranno le catture e gli abbattimenti dei cinghiali!

Non possiamo tollerare che la soluzione alla presenza dei cinghiali in città si possa risolvere, in modo sbrigativo e grossolano, con la loro uccisione, non possiamo sopportare che sia applicata ad esseri senzienti, con diritto al rispetto e alla vita.

Non staremo a ricordare i motivi della loro presenza (considerato che l’area urbana non è il luogo in cui dovrebbero vivere gli animali selvatici, nello specifico i cinghiali), come lo sfrenato consumo di suolo da parte dell’uomo e l’invasione degli spazi abitati dagli animali selvatici, l’introduzione dei cinghiali non autoctoni da parte delle lobby che avevano bisogno di numerosi soggetti a cui sparare, l’indifferenza e la sottovalutazione dello stato delle cose da parte degli amministratori che si sono succeduti, che hanno portato alla situazione attuale.

Né sottolineeremo che non sono state adottate scelte opportune e non cruente, quali l’attenzione alla raccolta dei rifiuti, in particolare organici, con diversi e più frequenti orari di raccolta, evitando così che i cinghiali possano trovare continuamente cibo a disposizione; il rispetto delle norme di raccolta dei rifiuti, e il posizionamento di mastelli anticinghiale nelle zone a maggiore frequentazione degli ungulati; la pulizia a terra in presenza di alberi da frutto o ghiande, la raccolta dei frutti prima che cadano a terra; e, soprattutto, una campagna di educazione dei cittadini al rispetto delle regole inerenti la corretta raccolta dei rifiuti, al rispetto degli orari, ma anche ad un corretto modo di comportamento con gli animali selvatici, che non devono essere socializzati.

Invece vogliamo ricordare che gli abbattimenti selettivi, come qualsiasi intervento diretto a limitare il numero degli animali, non rappresentano una soluzione efficace, né duratura nel tempo: se, dopo tanti anni di politiche di uccisioni degli animali selvatici, il problema è aperto, ciò significa che la politica finora adottata non è la soluzione. Dal 2005 il cinghiale può essere cacciato con metodo selettivo, per tutto l’anno e a qualsiasi ora, tuttavia, nonostante la sostanziale assenza di limiti alla sua cacciabilità, i problemi correlati alla presenza dei cinghiali sembrano essere in continuo incremento, a dimostrazione che la caccia non solo non riesce a contenere il numero degli ungulati, ma addirittura appare essere un fattore che contribuisce ad aumentarli, dimostrando che uccidere gli animali non è mai una soluzione.

Infine, è ancora più inaccettabile che la carne possa essere utilizzata come cibo per dare un senso all’uccisione dei cinghiali: rifiutiamo il concetto di sacrificio invano, perché siamo contro l’oggettificazione degli esseri viventi”.