Viterbo – I soliti “democratici” contro l’arrivo di Vannacci

VITERBO – In un documento pieno di luoghi comuni, falsità, bugie contro il generale Vannacci molte associazioni (che sei democratico solo se sfili nudo durante il gay pride) hanno scritto una lunga lettera per impedire ad un galantuomo di poter presentare il proprio libro così come fa il “compagno” e brigatista rosso condannato per banda armata Adriano Sofri a Montefiascone.

Arcigay, Arci, Ausf, Kyanos, Auser tuscia, Viola del pensiero, Casa dei diritti sociali della Tuscia, Casa delle donne, Parva Erinna, L’Altro circolo – Centro culturale di iniziativa omosessuale e Perché io segno.

In una nota congiunta scrivono: “Le sottoscritte associazioni del territorio esprimono la propria indignazione e preoccupazione per la decisione di Ombre Festival di invitare Roberto Vannacci a partecipare alla rassegna di presentazioni in programma a Viterbo. La scelta quantomeno inopportuna rischia di consolidare ideologie e movimenti sociali assolutamente contrari al lavoro di inclusione, rispetto, pace e coesione portato avanti e garantito dalle nostre associazioni.”

“Roberto Vannacci, noto per le sue posizioni politiche estremiste – continua la nota -, novello eletto al Parlamento Europeo, si è distinto per le sue irragionevoli posizioni inneggianti all’odio razziale, al sessismo e all’omofobia; posizioni che, al di fuori di ogni qualsivoglia rispettabilità o solidità scientifica e sociale, non dovrebbero trovare spazi di ascolto all’interno della nostra Viterbo. La scelta di permetterne la diffusione pubblica ad Ombre Festival può essere letta non solo come una legittimazione, ma peggio, come una promozione, di simili idee antistoriche, antiscientifiche e retrograde. La pubblicizzazione di certe posizioni, diffuse con ingenuità come se potessero far parte di un lecito e costruttivo dibattito, rappresenta un pericoloso errore non trascurabile per tutte le realtà sociali e le associazioni che quotidianamente vivono e lottano contro discriminazioni, disuguaglianza e violenza”.

Chissà cosa direbbe Papa Francesco dei movimenti viterbesi così attenti e “attivi” nella politica di censurare chi ha il coraggio di manifestare il proprio libero pensiero.