VITERBO – Nell’ultimo biennio, i Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Viterbo, hanno compiuto numerosi controlli volti a verificare la regolare percezione del Reddito di Cittadinanza, beneficio che, è bene ricordarlo, veniva riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali.
Molteplici sono stati i percettori di detto beneficio che hanno fornito, al momento della presentazione della domanda, false e mendaci informazioni circa la residenza nel territorio italiano da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in maniera continuativa come obbligatoriamente previsto dalla legge.
In particolare, è emerso che un cittadino di origine straniera, nel richiedere il beneficio economico all’ente previdenziale, ha posto in essere una condotta omissiva e ingannevole, relativamente alla documentazione presentata, circa i requisiti di permanenza nel territorio italiano da almeno 10 anni. Immediatamente è stato segnalato all’ INPS, al fine di revocare e recuperare quanto illecitamente percepito.
Dopo l’acquisizione di tutti gli elementi probatori, è stata avanzata specifica richiesta alla competente A.G. dell’emissione di un decreto di sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p. finalizzato alla confisca, anche per equivalente, dell’importo profitto del reato quantificato in oltre € 7.600,00.
L’A.G. interessata, dopo aver valutato la richiesta della Procura di Reggio Calabria, ha concesso la misura cautelare che i militari del Gruppo hanno eseguito, sottoponendo a sequestro le disponibilità finanziarie riconducibili all’indagato e insistenti presso istituti di credito con sedi a Roma e Milano.
L’attività di servizio testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza, nel contrasto alle frodi in danno del bilancio pubblico, con l’obiettivo di assicurare che i benefici concessi dallo Stato siano destinati in favore di coloro che, in base alla legge, ne abbiano effettivamente diritto e concretamente bisogno, recuperando per quanto possibile il profitto del reato.
La responsabilità dell’indagato, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.