Bugiardo fino al midollo, amante della politica che diceva lui, la passione per la musica di De Andrè, l’arte di Sebastian Matta e Alessio Paternesi. A Dio l’anima dell’eterno amico “Bengi”
VITERBO – Non è facile scrivere un coccodrillo alla memoria di un collega giornalista. Soprattutto uno come Beniamino Mechelli scomparso improvvisamente la notte scorsa.
Beniamino, perennemente con la sigaretta in bocca e le dieci dita sulla tastiera intento a scrivere, leggere a voce alta e ricancellare i periodi fino a quando non era soddisfatto del concetto espresso.
Era il lontano 1989 quando un manipolo di giornalisti più o meno giovani diedero vita al Corriere di Viterbo.
Proprio qualche giorno fa ne parlavamo con la collega Raffaella Galamini.
I ragazzi di via del Giglio 3. Una redazione disposta all’ultimo piano non facile da raggiungere per nessuno, figuriamo per uno come Beniamino che aveva problemi di deambulazione dei quali se ne fregava bellamente.
Quella redazione piena di luce era composta da personaggi storici. Memorabili. Direttore responsabile Lionello Mosca. A capo della redazione Gaetano Messina. Allo sport un team straordinario composto da Salvatore Messina, Ugo Russo, Tommaso Alimelli, Roldano Cisternino e collaboratori vari. Poi la cronaca con Carlo Galeotti, Nicola Moncada, Raffaella Galamini, Giuseppe Magroni, Antimo Fabozzo, Pasquale Clemente, Giuseppe Rescifina, Evandro Ceccarelli, Paolo Gianlorenzo e ancora i poligrafici addetti ai dittafoni Flavia Bellapadrona, Raffaella Marcoaldi, Paola Congiu, Tilde Gentile e Maurizio Fagioli. Alla pubblicità Silvano D’Ascanio e il duo dream team. Insomma storia dell’editoria locale vera. Pionieri di una professione ormai scomparsa. Che ne sanno i giovani di oggi della telefoto o dei sistemi di trasmissione o ai fuori sacco consegnati alle poste o agli autobus. Parliamo delle foto in bianco e nero, dei rullini da sviluppare nella camera oscura delle foto sfocate o mancate. Che ne sanno i social di gente come Gianni Contadini e delle sue macchinette fotografiche. Tiziana Pagnanelli e Vania Contadini. Speriamo di non aver dimenticato proprio nessuno.
Ecco. Mechelli era parte integrante di questo mondo. Era un democristiano. Metteva zizzania. Si divertiva a giocare a fare la politica dimostrandosi quasi sempre un fortunato perdente. La sua passione per la musica di Fabrizio De Andrè o per il legame con l’artista Sebastian Matta del quale aveva in custodia preziosi schizzi a matita. Poi le sue battaglie per Alessio Paternesi.
Le pizzettate alla taverna “Dal padrino” di Ivo Gobbino. Il suo essere in ritardo perennemente. Sveglio la notte dormiva di gran carriera fino all’ora di pranzo o forse anche di più.
Bugiardo seriale che si faceva sgamare sistematicamente. Sistemava tutto con la sua risata a ghigno e quel vocione nascosto dentro il fragile ed esile corpo.
Con lui condividevamo una sola passione, la Roma. Il mito di Totti e i ricordi dello scudetto di Falcao e Pruzzo.
Beniamino lo abbiamo visto un’ultima volta, almeno noi, al funerale di Roldano Cisternino. Altro indimenticato collega.
Oggi l’ultimo saluto a Beniamino, giornalista che nel curriculum vanta tante collaborazioni, la più importante con l’Agenzia Ansa. A Dio la sua fragile anima dilaniata dall’improvvisa scomparsa dell’amata moglie Gabriella Gizzi morta a soli 65 anni. Alla figlia l’abbraccio dell’intero gruppo che opera nel Blog Etruria News.