Probabile la richiesta di espulsione dal territorio italiano dopo la detenzione ma la possibilità di rivederli in giro oggi pomeriggio è molto alta. Intanto esplode la polemica con l’Ares 118
MONTALTO DI CASTRO – Saranno processati per direttissima questa mattina al Tribunale di Civitavecchia i 6 tra tunisini e marocchini arrestati dopo la violentissima rissa di domenica scorsa.
Attualmente sono detenuti nelle camere di sicurezza di alcune caserme dei carabinieri in attesa che il giudice che oggi si occuperà del loro caso ne decida la sorte.
Il ferito più grave è fuori pericolo e si trova ricoverato presso l’ospedale San Paolo di Civitavecchia.
I motivi della lita, oltre l’alcol e droga, sembrerebbe essere legata ad una disputa tra due bandi rivali.
Montalto di Castro – Violenta rissa tra tunisini finisce nel sangue (FOTO E VIDEO)
Il caos creato da questi soggetti impone una riflessione ad ampio raggio e serve soprattutto l’intervento del Prefetto e del Questore per riportare ad uno stato di civiltà in un territorio all’apparenza abbandonato da tutti. Proprio tutti. Anche dall’Ares 118 che ha tolto il presidio dell’automedica in un paese che d’estate raggiunge le 30mila persone.
Le falle della macchina dei soccorsi è emersa, nella sua drammaticità, proprio domenica sera quando c’è stato da soccorrere quel gruppo di sbandati che se le erano date di santa ragione.
Welcome to Montalto Favelas, ancora un giorno di ordinaria follia
Il problema sociale dell’accoglienza senza regola ha portato a questo. Il regalo di un finto perbenismo da parte della sinistra che ha permesso l’invasione di persone che nei loro paesi di origine mai avrebbero potuto violare la loro religione ubriacandosi e diventare violenti.
In Tunisia e Marocco l’alcol è vietato. Chi beve passa sotto la verga della polizia e finisce in prigione. In Italia non ci sono regole e la religione non pone limiti alle loro frustrazioni. In Italia purtroppo ci sono politici come Fratoianni e Bonelli oltre alle ONG che per interessi più o meno samaritani, hanno ridotto i nostri comuni simili a quelli di Terzo Mondo di 20 anni fa.