Malcontento tra cittadini e commercianti del centro storico. Un flop natalizio potrebbe essere per alcuni di loro un colpo di grazia
VITERBO – Sembrerebbe proprio che quello di quest’anno, per il capoluogo della Tuscia, sarà un Natale decisamente povero di eventi e scarno di addobbi, eccezion fatta per il mercatino in via Marconi.
La notizia, ormai sulla bocca di tutta la città, arriva direttamente dai banchi dell’ultimo consiglio comunale, dove – in fase di approvazione delle ultime manovre di bilancio – è emerso che il tesoretto dedicato alle festività è già bello che esaurito. Dall’opposizione, tuttavia, c’è già chi pensa che magari “qualcuno con una bacchetta magica verrà a salvarci a pochi giorni dal 25 dicembre”. Una profezia che, se fosse vera, sarà poi particolarmente interessante andare ad approfondire nei dettagli.
Come sopraccitato, il mercatino di Natale – già visto rinnovato nelle casette stile nordico – sembra invece salvo. 25 casette, dal 29 novembre al 6 gennaio, cercheranno di metterci una pezza per rallegrare viterbesi ed eventuali (pochi) turisti. Un percorso che rispetto a quello dello scorso anno, abbraccerà anche piazza della Repubblica con vari stand dedicati al “gusto”.
L’accusa, sempre da parte delle opposizioni, è ancora una volta quella della “mala gestione” dei fondi a disposizione. Sotto la lente è ancora una volta finita pure la “spesa pazza” che l’amministrazione aveva destinato al Natale 2023, con circa 700mila euro investiti tra criticatissime luminarie, cantieri fantasma e vie completamente al buio.
Critici i commercianti, che protestano già da adesso il fatto che senza un Natale come si deve, la città non vedrà alcun turista e nessun visitatore. Un problema che potrebbe divenire il colpo di grazia per il già bistrattato centro storico e le attività che ancora resistono tra le mura di Viterbo.
Tra gli imprenditori c’è già chi rimpiange la funesta amministrazione Arena, che proprio nei giorni di Natale cadde rovinosamente prima di completare il mandato. Una tradizione – per certe persone – che potrebbe addirittura replicarsi dati i malumori che ancora serpeggiano tra i banchi della maggioranza.